L’esame farsa di Suarez, i dettagli sulla Juventus: “Agnelli mi chiamò dopo il test, il primo a cercarmi fu Nedved”

L'interrogatorio di Suarez ha fatto emergere nuovi dettagli che riguardano anche la Juventus, interessanti indicazioni

CalcioWeb

Continuano ad arrivare nuovi aggiornamenti sull’esame farsa di Luis Suarez, il calciatore ha ottenuto la cittadinanza italiana dopo un esame svolto presso l’Università di Perugia e lo svolgimento del test ha alzato un vero e proprio polverone. ‘Repubblica’ ha pubblicato l’interrogatorio dell’uruguaiano, interessanti indicazioni che riguardano anche la Juventus, si parla soprattutto di Nedved e Agnelli. La Juventus aveva accarezzato la possibilità di ingaggiare uno degli attaccanti più forti in circolazione, dopo la rottura con il Barcellona il club bianconero si era messo in fila ma alla fine la trattativa non è andata in porto. Il calciatore ha sposato il progetto dell’Atletico Madrid.

L’interrogatorio di Suarez

Suarez
Foto di Crocchioni / Ansa

E’ stato pubblicato l’interrogatorio che riguarda l’attaccante Suarez, sono emersi interessanti dettagli.

Dalle indagini risulta che la professoressa Spina le ha mandato una mail con un allegato pdf, scrivendo che era il testo per l’esame: ricorda di avere ricevuto tale messaggio?

“Sì”.

Le ha detto che doveva studiare specificatamente bene quel testo?

“Ha detto che dovevo studiarlo bene perché quel testo poteva essere chiesto all’esame”.

Quando viene a conoscenza dell’interessamento della Juventus?

“Verso fine agosto, inizio settembre, ho ricevuto prima una chiamata da Nedved, poi da Paratici”.

C’era un accordo sui termini del contratto?

“No, all’inizio era soltanto per sapere se ero interessato alla trattativa. Dopo se n’è occupato il mio avvocato”.

Quando ha saputo che la Juventus intendeva tesserarla come comunitario?

“Non ricordo, ma Paratici mi disse che mi avevano contattato perché pensavano che avessi il passaporto italiano come mia moglie. Gli risposi che non lo avevo, avevo solo iniziato a fare la relativa pratica chiedendo tutti i certificati necessari nei Paesi in cui ho vissuto”

Fino al 14 settembre lei si diceva contento di venire a Torino per vincere la Champions, ce lo conferma?

“Sì, però dopo ho detto a Spina (la professoressa, ndr) che non sarei più venuto alla Juve”

Dopo l’esame ha parlato con la Juventus?

“Sì, il giorno stesso. Paratici mi chiamò quando ero in aeroporto per dirmi che avevo fatto la scelta migliore per la mia famiglia. Due giorni dopo mi chiamò il presidente Agnelli per dirmi che era dispiaciuto che la trattativa non era andata a buon fine e mi ringraziava per quanto avevo fatto per facilitare la trattativa, anche forzando i rapporti con il Barcellona”.

Le è mai stata prospettata la possibilità di fare l’esame a Barcellona? E in altre città d’Italia?

“No, avevo già contattato il Consolato e sapevo che dovevo venire in Italia per sostenere l’esame. Mi è stata indicata solo Perugia come sede di esame”.

Con quali referenti della Juventus ha avuto contatti in questo periodo?

“Con Nedved per l’aspetto sportivo, con Paratici e col presidente Agnelli, due o tre giorni dopo l’esame di lingua, che mi ha ringraziato per lo sforzo che avevo fatto per liberarmi dal Barcellona. Agnelli mi disse che con il calcio non si possono mai fare programmi certi. Con Agnelli non avevo parlato prima di allora”.

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