Arrivano nuovi aggiornamenti che riguardano l’esame ‘farsa’ dell’attaccante Luis Suarez, novità soprattutto sul ruolo svolto dalla Juventus. Tutto è nato dopo la rottura del calciatore con il Barcellona, i maggiori club si sono fiondati sull’uruguaiano e tra questi anche i bianconeri. Un ostacolo è sembrato subito insormontabile, quello del passaporto italiano. Il test è stato organizzato in fretta e furia, ma i tempi tecnici non hanno permesso comunque di concretizzare il trasferimento. Nelle settimane successive sono emerse le intercettazioni che hanno alimentato ancora di più i dubbi.
Caso Suarez, il ruolo della Juventus
Il sito ‘La Nazione’ ha pubblicato alcune parti importanti del verbale relativo all’interrogatorio di Fabio Paratici, avvenuto lo scorso 11 novembre davanti al procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone e ai pm Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti. E’ emerso l’accordo raggiunto tra la Juventus e l’attaccante Suarez, intesa su base di 7.5 milioni di euro più bonus, fino a un massimo di 10 milioni per un biennale con possibilità di recedere dopo una sola stagione. Secondo le parole di Paratici l’accordo sarebbe stato raggiunto il 30 agosto, prima dei problemi sopraggiunti sullo status di extracomunitario. Proprio in quel momento è partito l’iter per rendere comunitario Suarez con il contatto con la ministra De Micheli.
Il coinvolgimento di Paratici
Paratici è indagato per false dichiarazioni, avrebbe negato contatti con il Ministero dell’Interno o con altri Ministeri. Successivamente è stato però sconfessato dalla ministra delle infrastrutture, Paola De Micheli: “ho sentito telefonicamente Paratici come concittadino e amico di infanzia per verificare se si potesse in qualche modo completare l’iter, chiedendomi a tale fine un supporto”. Agli atti sono stati registrati anche i messaggi tra la ministra e Bruno Frattasi, il capo di gabinetto del ministero dell’Interno: era stato chiesto l’aiuto per accelerare l’iter burocratico.