Riapertura stadi: “Il calcio spinge per avere il sì a meta ottobre”

Il tema della riapertura degli stadi rimane sempre molto caldo in questa fase: l'obiettivo è ottenere il sì per metà ottobre

CalcioWeb

Sempre molto caldo in queste settimane il tema della riapertura degli stadi. Su queste pagine ne abbiamo parlato tanto e in ogni modo, tra dichiarazioni degli addetti ai lavori ed approfondimenti. La verità però, in sostanza, è che a decidere saranno Govrno e Cts, la cui posizione è quella più rigida al momento rispetto invece a Figc, Lega e club di calcio. Questi ultimi, infatti, ormai da un po’ hanno iniziato a spingere su una riapertura parziale, votata sempre alla prudenza ma anche a trovare delle alternative agli impianti chiusi.

La Gazzetta dello Sport, nell’approfondimento odierno, si sbilancia: “Il calcio spinge per avere i tifosi a metà ottobre”. E’ la data “minima”. Prima di quella non si può andare. L’ultimo DPCM impedisce infatti le porte aperte ai tifosi fino al 7 ottobre. Perlomeno dai mille tifosi in su. E così la Juve, che si è vista respinta la richiesta presentata dalla Regione Piemonte per le 8 mila persone all’Allianz Stadium per la prima contro la Sampdoria, ne richiede adesso mille, appunto.

Come emerso nei giorni scorsi, tuttavia, sembra chiara la linea del Governo: prima le scuole. Si attende dunque l’apertura omogenea di tutti gli istituti italiani per tracciare un bilancio e capire se la curva del contagio resterà stabile o aumenterà. Da lì poi – e saremo arrivati a metà ottobre – la decisione sugli stadi. Inutile ribadire, come facciamo ormai da settimane qui, che ostinarsi a non trovare soluzioni alle porte chiuse rischia solamente di far scomparire il calcio dei “più piccoli”. Quello dei dilettanti, già a corto di fondi e che trova piccoli sostentamenti dagli incassi ai botteghini. Ma anche in Serie C non è da meno. Nel frattempo in Giappone è stato allargato il numero massimo di persone allo stadio da 5 a 20 mila mentre in Germania la capienza verrà decretata in base alla situazione epidemiologica di ogni paese. Più persone dove il contagio è basso, nessuna dove è molto alto.

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