Marco Tardelli è stato uno dei calciatori più forti. Nato a Careggine il 24 settembre 1954, è un allenatore ed ex calciatore italiano. Cinque volte campione d’Italia con la Juventus, in maglia bianconera ha inoltre vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club, divenendo uno dei primi tre giocatori (assieme ad Antonio Cabrini e Gaetano Scirea) ad aver conseguito tale record, nonché il primo centrocampista in assoluto. Campione del mondo con la Nazionale italiana nel 1982, è rimasta nella memoria collettiva l’esultanza con cui festeggiò la sua rete in finale alla Germania Ovest: ‘l’urlo di Tardelli’ è passato alla storia come l’immagine-simbolo del calcio italiano. Nel 2004 è risultato 37º nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto per celebrare i migliori calciatori d’Europa dei cinquant’anni precedenti. Ha indossato anche le maglie di Pisa, Como, Inter e San Gallo.
Soprannominato ‘Schizzo’, Marco Tardelli è molto legato alla sua famiglia e in particolare alla figlia Sara, con la quale nel 2016 ha scritto l’autobiografia ‘Tutto o niente – La mia storia’. Ad inizio carriera prese così tanto alla lettera l’ imperativo dell’allenatore: ‘Non perderlo mai di vista’, che seguì Zigoni anche quando si avvicinò alla panchina per dare la collanina al massaggiatore. E Zigoni disse: “Questa non mi era mai capitata, mi segue anche in panchina”. Una liason con Moana Pozzi, vanto del figlio Nicola: “Da ragazzino si avvicinava a mia madre e le diceva: ‘Nonna, hai visto tuo figlio con la pornostar…’, e mia madre: ‘Stai zitto, schifoso’. E lui a insistere: ‘Io sono contento, me ne vanto’, e lei lo inseguiva con la scopa”, racconta Tardelli a ‘il Fatto Quotidiano’. Anche gravissime perdite nella vita di Tardelli, come quella del compagno e amico di una vita Scirea. Della morte di quest’ultimo apprese in diretta a ‘La Domenica Sportiva’ da Sandro Ciotti e non riuscì a trattenere le lacrime.