La storia di Fatih Terim. L’allenatore turco, nato il 4 settembre del 1953, è uno dei personaggi più controversi dell’ultimo trentennio. Terim è un profeta in patria, è visto come un “Dio”. Ha guidato la Nazionale turca alla prima storica qualificazione ai Campionati Europei nel 1996 e trascinata in semifinale nel 2008. In quest’ultimo caso venne proposta la costruzione di una statua in suo onore, ma l’Imperatore preferì far erigere una scuola per bambini in difficoltà. In realtà Terim ha sempre diviso i tifosi. C’è chi lo ama e chi lo contesta sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista umano e del personaggio. Un allenatore ambizioso, voglioso di vincere, un po’ il Mourinho turco. Terim ha sempre detto che l’Italia è la sua seconda casa. Ma anche nel nostro Paese, i pareri sull’Imperatore sono diametralmente opposti. A Firenze ha lasciato un grande ricordo (c’è chi dice che i viola abbiano giocato il miglior calcio di sempre con lui in panchina) a Milano non la pensano così. Per i tifosi del Galatasaray è una leggenda. Una Coppa UEFA vinta contro l’Arsenal, il 17 maggio 2000 e una marea di titoli nazionali. Oggi allena per l’ennesima volta il Galatasaray.
Chi lo vede non crede possa essere un allenatore, ma l’abito non fa il monaco. Camicia con risvoltini, catenina d’oro, chiazze di sudore. Un tamarro, un malavitoso. Eppure tanti successi in carriera con grinta, orgoglio, un calcio offensivo. Ma anche tanta follia, che in un personaggio del genere non poteva certo mancare. Ai tempi del Milan si presentò diverse volte in bermuda in conferenza stampa. Sempre quando guidava i rossoneri interruppe pranzi di squadra per guardare il ‘Grande Fratello’. Ma anche risse: Terim venne licenziato un paio d’anni fa dalla nazionale turca a causa di una lite, piuttosto accesa, con il proprietario di un ristorante nel centro turistico di Alacati, a quanto pare per una vecchia rivalità con il genero del tecnico, anch’egli proprietario di una struttura nelle vicinanze.
Curioso aneddoto raccontato da Carlo Ancelotti nel suo libro ‘Preferisco la Coppa’: “Fatih Terim non lo sa, ma ha perso il Milan per una questione di forchetta. L’ha fregato il culatello. Era il novembre 2001 Galliani si è messo a ridere dopo avermi scelto come nuovo allenatore: ‘Caro Ancelotti: sono felice’. ‘Grazie, la sua stima mi riempie di gioia’. ‘Dicevo che sono felice perché con lei, finalmente, cambia il menù di Milanello’. In pratica Galliani mi aveva scelto perché con quell’altro si mangiava male. Forse mi aveva trovato sulla guida Michelin, trattoria Da Carletto, è gradita la prenotazione. Terim campava a brodaglia e ad acqua naturale, un affronto insopportabile. E poi adorava il ‘Grande Fratello’, motivo per cui spesso abbandonava Galliani durante il pranzo e correva a chiudersi in camera, davanti al televisore: voleva vedere se quelli dentro la Casa trombavano. E’ successo, poi il Milan ha trombato lui”.
Insomma, un personaggio controverso, che ancora oggi continua a dividere. C’è chi lo ama e chi lo odia, ma l’Imperatore risponderà sempre con i suoi successi.