Un addio annunciato, hanno detto in tanti. Un addio maturato già prima del suo arrivo, hanno scherzato ironicamente altri. Ma che Sarri e la Juventus non fossero fatti l’uno per l’altra era evidente. Lo avevamo detto anche noi più volte, su queste pagine, la scorsa estate. Questione di stile. O di o(stile). Come il passato ingombrante del tecnico che ha sempre condizionato l’ambiente. Ma, oltre alle colpe non sue già elencate (leggasi pretese di “bel gioco” con giocatori non adatti, emergenze varie tra cui quella pandemica), Sarri c’ha messo anche molto del suo.
Un rapporto non proprio idilliaco con i senatori, un rapporto che si è “perso per strada” con qualche calciatore che all’inizio lo stimava (Douglas Costa, ad esempio). Poi tante battute “irritanti”, qualche parolaccia di troppo, il fumo delle sigarette vicino allo spogliatoio che dava fastidio a più di qualcuno. E’ la descrizione sintetica che il Corriere della Sera fa della quotidianità in casa bianconera almeno fino a ieri. Un mondo a parte, quello di Sarri. O un mondo a parte, quello della Juve. Insomma, due mondi diversi. Due stili diversi.
Ma il Corriere scende ancora più nel dettaglio, addirittura ad un anno fa, ad una delle “prime” di Sarri con la Juve. E’ il 21 luglio 2019 e Bonucci e compagni sono sotto all’intervallo contro il Tottenham in ICC. Il tecnico entra in spogliatoio: “Ma come ho fatto a perdere due scudetti contro di voi“, la battuta – tra il serio e il faceto – che non tutti apprezzeranno. Come succederà altre volte. Era solo l’inizio eppure già si sentiva qualcosa che non andava. Le cose non cambieranno nel corso della stagione ed è così che, per questo, si parla di addio annunciato. D’altronde, basta spulciare i social per capire tante cose. Né Ronaldo né Dybala citano mai Sarri nel loro pensiero sul bilancio stagionale, Buffon preferisce accogliere Pirlo e Bonucci parla di “rapporto schietto e sincero”.