Siamo alle solite. Fallo di mano in area. Rigore sì o rigore no? Questa volta sì, dopo consulto al Var. Ma altre volte no, per situazioni simili. Ed è per questo che la storia rischia di ripetersi all’infinito. De Ligt ci ricasca. Dopo un girone d’andata in cui si era abituato a giocare più a pallavolo che a calcio, con rigori a volte concessi e a volte no nonostante gli episodi fossero più o meno uguali (eloquente il penalty assegnato al Lecce e quello non assegnato proprio al Torino all’andata), ora il difensore olandese è tornato a commettere fallo di mano in area. L’arbitro fa proseguire, ma il Var lo corregge: rigore e Belotti accorcia.
Andando a rivedere l’episodio, si può notare come il pallone colpisca prima una parte del corpo (tra coscia e stomaco) e poi il braccio. Ma a prescindere da questo c’è un particolare non indifferente, quello che difatti ha portato il direttore di gara a cambiare idea: il braccio di De Ligt è largo, molto largo. Avrebbe avuto il modo e il tempo di portarlo dietro la schiena. Non lo ha fatto, ostacolando la traiettoria della sfera. Da qui la decisione, che ci può stare. Ma c’è chi sui social già invoca il fallo di Young qualche settimana fa contro il Sassuolo. E in quel caso, all’Inter, il rigore non fu assegnato. Così come quello non concesso all’andata al Torino per fallo proprio di De Ligt. E invece a Lecce sì. Insomma, un caos. Il solito caos. Confusione da regolamento, ma manca ancora chiarezza.