La Lazio è campione d’Italia. Festa grande per i biancocelesti che vincono il terzo scudetto della loro storia. Grande merito va alla squadra di Simone Inzaghi, capace di spezzare l’egemonia della Juventus dopo 8 anni. Bianconeri che sì si sono arresi ma a pari punti. La Lazio, infatti, vince lo scudetto per via degli scontri diretti.
Un solo risultato per sperare. La Juve scendeva in campo contro la Roma con quest’unico obiettivo. Giallorossi senza obiettivi dopo che l’Atalanta si era piazzata matematicamente al quarto posto, andando in Champions League. Anzi, la Roma un obiettivo ce l’ha: non far vincere lo scudetto alla Lazio. E ci prova in tutti i modi. Fonseca schiera le seconde linee, imbottite di qualche primavera, nel senso che Mirante, Fazio, Pastore, Perotti e Kalinic qualche anno in più ce l’hanno. Partita tesa, vibrante. L’arbitro è costretto a tirare fuori 4 cartellini gialli nel primo quarto d’ora e tutti per i giallorossi che, tenendo fede ai colori sociali provano a rimediare qualche ammonizione e poi qualche espulsione. Ma il direttore di gara è Rocchi, non Gianluca, ma Tommaso, ex biancoceleste, che di buttar fuori qualcuno della Roma non ne ha proprio voglia. Nemmeno quando Zappacosta da una randellata incredibile a Dybala. Il terzino della Roma si becca il giallo, ma protesta: “Arbitro era da rosso, senti il VAR”. Rocchi ascolta in auricolare la segnalazione e dice: “Cazzo, la Lazio è sotto a Napoli”. Dopo una prima parte di gara molto equilibrata, infatti, il Napoli prende il controllo del match e trova il vantaggio con Lorenzo Insigne: bel destro a giro del fantasista partenopeo. Immobile inveisce contro l’amico: “Ma che fai?” Gli animi si accendono e volano cartellini anche al San Paolo.
Nella ripresa la Juve preme ma Pau Lopez salva due volte su Ronaldo. Nel frattempo arriva il pari della Lazio con il solito Immobile, con lo Juventus Stadium informata come sempre dall’“imparziale” Rocchi. I bianconeri iniziano a preoccuparsi e cercano in tutti i modi il vantaggio. Sarri decide di affidarsi alla grazia divina: “Ragazzi”, dice alla panchina, “qui serve fede”. Bernardeschi si alza e va a scaldarsi pensando di essere chiamato in causa. Allo Stadium si inizia a pregare. A 20′ dalla fine è pari su entrambi i campi, lo scudetto andrebbe alla Lazio. Ma…improvvisamente Sarri si gioca la carta della disperazione: Higuain, rimasto in panchina vista la scarsa forma fisica, sente che è arrivato il suo momento. Invece, Sarri si rivolge all’argentino: “Calmo Gonzalo, non puoi entrare tu. Domani c’è la finale di sumo”. E allora inserisce Bernardeschi e toglie Rabiot. La Juve spinge sull’acceleratore. E al minuto 83 Bernardeschi, dopo una stagione abulica, fa la cosa più giusta della sua annata: scambio corto su un calcio d’angolo e sinistro mortifero in mezzo all’area, nessuno tocca e Pau Lopez è ingannato. La Juve passa. I calciatori della Roma se la ridono, Rocchi meno e inizia ad espellere senza motivo qualcuno della Juve: prima tocca a Bernardeschi, poi a Dybala, infine a Ronaldo. Tridente eliminato e Juve in 8. Ma la Roma non sembra avere intenzione di oltrepassare la metà campo difensiva.
Le notizie che arrivano dalla Juventus Stadium scuotono Simone Inzaghi e la Lazio. Al San Paolo inizia lo sforzo massimo, un forcing finale che produce tanta confusione e poco altro. Rocchi concede 3′ di recupero a Torino, ormai sconsolato. A Napoli sono 4 i giri di orologio mancanti. Juve e Roma giocano a torello, convinte che ormai sia fatta. Al triplice fischio i bianconeri sono già in festa. Panchina della Lazio disperata, i calciatori in campo non riescono a trovare energie. Un ultimo disperato lancio in avanti, deviazione di testa di Koulibaly e calcio d’angolo. I calciatori e lo staff della Juve seguono l’ultimo pallone del San Paolo con un misto di preoccupazione e gioia pronta ad esplodere. Rocchi ordina silenzio in campo: “Zitti, che devo sentire”.
Strakosha chiede a Simone Inzaghi: “Mister, salgo anch’io?” e il tecnico piacentino risponde con aplomb: “Ma che cazzo me lo chiedi a fare? Certo”. Luis Alberto batte quello che è l’ultimo pallone della stagione di Serie A, respinta della difesa azzurra, la sfera si impenna e sbatte su Strakosha che da due passi infila l’incolpevole Meret. E’ l’1-2 della Lazio, un finale incredibile. Esplode la festa biancoceleste, la disperazione dei tifosi e dei calciatori della Juve, oltre che della Roma. Non può più accadere nulla. La Lazio è campione d’Italia! I biancocelesti liberano l’aquila Olimpia, portata in trasferta per la speciale occasione. Anna Falchi, sui social, si libera dei vestiti e festeggia lo scudetto a modo suo. L’uomo del match è il portiere albanese Strakosha. Il presidente Claudio Lotito impazzisce. Il numero uno biancoceleste intercettato durante i festeggiamenti da ‘CalcioWeb’, descrive la gioia ed il gol scudetto: “E’ incredibile, lo sapevo che avremmo vinto. Vaffa alla Juve. Ante victoriam ne canas triumphum (Non cantare vittoria prima di aver vinto, ndr). Il gol? Ha segnato ‘sta coscia“. “Presidente forse intendeva dire Strakosha?”. “No, no” e, chiamando a rapporto l’autore del gol e indicando la parte del corpo con cui ha segnato, ribatte: “Intendevo dire proprio ‘sta coscia”.
- LAZIO 92
- JUVENTUS 92
- INTER 79
- ATALANTA 78
- ROMA 73
- NAPOLI 58
- PARMA 56
- MILAN 49
- FIORENTINA 48
- VERONA 47
- CAGLIARI 46
- SASSUOLO 46
- BOLOGNA 42
- LECCE 39
- GENOA 38
- SAMPDORIA 36
- TORINO 36
- UDINESE 35
- SPAL 27
- BRESCIA 22
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Ultima giornata de “Le partite di CalcioWeb”, il campionato virtuale della nostra redazione ideato per continuare a raccontare calcio – “in un altro modo” – tenendo compagnia ai nostri lettori nelle settimane di lockdown e in assenza di pallone. Domani verrà decretata la “nostra vincitrice”, nel doppio scontro dell’ultima giornata: Juventus-Roma e Napoli-Lazio.