La storia di Fabrizio Miccoli. In carriera ha vestito le maglie di San Donato, Milan (entrambe nelle giovanili), Casarano, Ternana, Perugia, Juventus, Fiorentina, Benfica, Palermo, Lecce e Birkirkara, vincendo una Supercoppa italiana nel 2003 con la Juventus e una Supercoppa portoghese nel 2005 con il Benfica. Ha segnato più di 200 reti, 81 delle quali con il Palermo, squadra di cui è il miglior marcatore di tutti i tempi e il migliore goleador in Serie A con 74 centri.
Nativo di Nardò, ma originario di San Donato di Lecce, è soprannominato ‘Il Romário del Salento’ e ‘il Pibe di Nardò’. Sposato dal 2002 con Flaviana Perrone, ha due figli, Swami (nata nel 2003) e Diego (nato nel 2008), chiamato così in onore di Diego Armando Maradona. La moglie ha raccontato a ‘TMW’: “Dopo un anno di convivenza a Terni abbiamo deciso di sposarci, sentivamo il desiderio di formare una famiglia tutta nostra. Era il ventisette giugno del 2002, ti racconto un aneddoto speciale: caddi col sedere per terra appena entrata nel ristorante. La mia testimone, Alessandra Grava, mi disse scherzando che ero incinta di una bambina secondo consuetudine e considerando l’accaduto. Così andò in farmacia a comprarmi il test di gravidanza e mi resi conto che ero incinta della prima figlia Swami. E stata un’emozione grandissima e abbiamo così festeggiato due avvenimenti importanti”.
Gestisce un lido a Santa Maria di Leuca e a San Donato, il paese di cui è originario, ha aperto una scuola calcio per bambini, l’A.S.D. Fabrizio Miccoli. Grande appassionato di poker e wrestling. La sua tipica esultanza omaggiava il suo idolo John Cena, lottatore della WWE e rapper.
Nel gennaio 2010 ha acquistato all’asta per 25 mila euro un orecchino sequestrato a Maradona. Appoggia il Partito Comunista dei Lavoratori e sulla gamba sinistra ha un tatuaggio di Che Guevara. Miccoli ha dichiarato: “Lo avevo visto su Maradona, ma non sapevo chi fosse Che Guevara”.
Il 24 settembre 2009 è stato insignito della cittadinanza onoraria del comune di Corleone, in provincia di Palermo, per meriti sportivi, riconoscimento revocatogli il 1º luglio 2013 in seguito alle polemiche suscitate dagli insulti proferiti dal giocatore nei confronti di Giovanni Falcone, definito come “fango” durante le conversazioni con Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa di Palermo. Il 22 giugno 2013 riceve un avviso di garanzia dalla procura di Palermo per tentata estorsione, concorso in tentata estorsione ed accesso abusivo a sistema informatico (per l’uso di schede telefoniche cellulari intestate a persone ignare). Il 27 giugno seguente Miccoli tiene una conferenza stampa in cui in lacrime chiede scusa alla città di Palermo per il proprio comportamento, e il giorno successivo affida al quotidiano ‘Repubblica’ una lettera idealmente indirizzata a Falcone stesso, scritta di propria mano.
Il 20 aprile 2015 viene indagato con l’accusa di estorsione aggravata perché avrebbe contattato sempre Mauro Lauricella per recuperare un credito di 12 000 euro che l’ex fisioterapista del Palermo aveva nei confronti di un imprenditore dopo avergli ceduto la proprietà della discoteca ‘il Paparazzi’ di Isola delle Femmine (Pa), di cui era socio il campione del mondo ed ex calciatore rosanero Andrea Barzagli. Nell’ottobre 2017 viene condannato dal tribunale di Palermo a 3 anni e 6 mesi di reclusione, con rito abbreviato, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, condanna confermata in appello a gennaio 2020.
Chi lo ha conosciuto da bambino ha raccontato al ‘Corriere dello Sport’: “Quando c’era un torneo di calcio vinceva sempre la squadra di Fabrizio. Già a 6 mesi calciava il pallone sorretto per le braccia dalla madre. Scommetteva con le zie: giocava a tirare il pallone ed infilarlo dentro le finestre lasciate semiaperte. Sbagliava raramente”. Un ex compagno di scuola ha invece raccontato: “Il nostro professore di educazione fisica ci obbligava a metterci in fila e a guardarlo mentre palleggiava“. L’ex compagno alla Fiorentina Christian Riganò rivelò in un’intervista a ‘GoalCar’: “Miccoli non sa leggere”.