“El Monumental”, il fascino di uno stadio che ha fatto la storia: dai continui allagamenti allo zampino di Sivori [FOTO e VIDEO]

Raccontiamo oggi la storia dell'Estadio Monumental, l'Antonio Vespucio Liberti, la tana del River Plate. 82 anni di storia, passione e amore

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    6° - El Monumental 'Antonio Vespucio Liberti' (River Plate) Photo by Getty Images/Getty Images
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  • Museo River Plate
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CalcioWeb

Il club di calcio più grande di sempre merita uno stadio degno. E l”Estadio Monumental’ è senza dubbio uno dei simboli del calcio argentino e mondiale. A dire il vero parliamo dello stadio ‘Antonio Vespucio Liberti’. No, non sono due impianti diversi. Ma facciamo un piccolo excursus. Il River Plate nasce nel 1901 come fusione tra il Rosales, una squadra composta da coloro che, diciamo così, scapparono dal progetto Boca Juniors, ed il Santa Rosa, una squadra di immigrati genovesi che giocava nei terreni della Wilson, una società carbonifera. Il River Plate fu fondato nel barrio de la Boca, da qui la grande rivalità che sfocia nel ‘Superclasico’. Il club si è poi trasferito nel Barrio Palermo, prima, e nel quartiere di Nunez, poi, dove ha tutt’ora la propria sede. Leopoldo Bard fu il primo presidente e primo capitano del club. La prima partita ufficiale fu giocata dai biancorossi nel 1905. La bacheca del club più titolato d’Argentina è ricchissima: 36 vittorie in Primera División, 2 Coppe nazionali, 2 titoli di Segunda División, una Coppa Intercontinentale, 4 Libertadores, una Coppa Interamericana, una Supercoppa Sudamericana, una Copa Sudamericana, 3 Recope Sudamericane e una Coppa Suruga Bank, per un totale di 65 titoli ufficiali.

Le due versioni sulla nascita della banda rossa sulla divisa

La tenuta originaria del River era una maglia completamente bianca. In seguito, per distinguersi dalle altre squadre che adottavano la semplice maglia bianca, fu aggiunta una banda trasversale di colore rosso. La seta rossa utilizzata per le maglie venne recuperata da quella che fasciava un carro allegorico del quartiere Belgrano di Buenos Aires durante il carnevale del 1901. Una volta tagliate le strisce vennero poi trasversalmente applicata alle maglie con degli spilli. Un’altra versione, non ufficiale, ritiene che questi colori siano presi dall’insegna di San Giorgio, che prevede una croce rossa in campo bianco ed è la bandiera di Genova. Il rosso e il bianco sarebbero stati adottati poiché gran parte dei membri originari del club erano di origine genovese.

Antonio Vespucio Liberti
Antonio Vespucio Liberti

Chi è Antonio Vespucio Liberti: un genovese in Argentina

Ma prima di passare alla storia dello stadio, perdonateci un altro piccolo, ma doveroso, excursus. Chi è Antonio Vespucio Liberti, personaggio a cui è dedicato il ‘Monumental’? Imprenditore figlio di genovesi, Liberti divenne presidente del River Plate a soli 31 anni, nel 1933. Il suo nome sarà legato al club per oltre 30 anni e ne sarà massimo dirigente in 4 mandati. Una passione smisurata per quella squadra, tant’è che dichiarerà: “Dio non mi ha dato la fortuna di avere dei figli, il loro posto nel mio cuore lo occupa il River“. Sotto la sua gestione arriveranno giocatori di Uruguay, Brasile e Spagna che porteranno 3 titoli nazionali e che frutteranno al club lo storico soprannome di ‘Los Millionarios’.

I primi trasferimenti: dalla Darsena al futuro impianto

Nel 1906 il Ministero dell’Agricoltura impose al River Plate di abbandonare l’impianto in cui disputava le partite e senza un campo si sarebbe persa l’affiliazione alla Federazione Argentina. Questo portò la squadra a muoversi a Sarandì, ma già un anno dopo il River fece ritorno alla Darsena. Nel 1915 però l’ordine di lasciare i terreni divenne definitivo, così la dirigenza del club, dopo un breve periodo nella cancha del Ferro Carril, edificò un nuovo impianto, sempre nella zona del porto, tra Aristubolo del Valle e Caboto. Si trattò di un’impianto molto moderno per l’epoca, in grado di contenere 5.000 spettatori in una tribuna ampia, comoda e coperta.

Estadio Monumental
Estadio Monumental

Negli anni trenta il River Plate cercava un terreno per costruire uno stadio di proprietà. Si pensava ad un impianto con pista d’atletica che potesse contenere fino a 100.000 spettatori, in grado di ospitare nel futuro i Giochi Olimpici. Gli architetti (José Aslan e Héctor Ezcurra), uno di origine calabrese, si ispirarono al Colosseo, riprendendone la forma ellittica nel suo disegno. Era il 1934 quando Antonio Vespucio Liberti acquistò per 570.000 pesos un terreno di 84.000 metri quadrati. Tre anni dopo, precisamente il 25 maggio 1938, l’impianto fu inaugurato ufficialmente. La capienza originaria dello stadio era di 68.000 posti. La forma originaria era quella di un ferro di cavallo poiché delle quattro tribune previste ne furono realizzate soltanto tre, lasciando un’apertura su un lato, che per il pubblico locale simbolizzava una finestra sul vicino Rio de la Plata. Solo nel 1958, grazie alla cessione di Omar Sivori alla Juventus, fu possibile costruire la quarta tribuna che portò la capienza a 90.000 posti. Il terreno, per via della sua natura e della vicinanza alla costa, si allagò diverse volte nel corso degli anni. Prima fu costruita la tribuna di San Martín, poi il Belgrano e infine il Centenario. Quando quest’ultimo fu completato, il Monumental fu inaugurato il 26 maggio 1938 con il match River-Peñarol. Il costo totale dell’opera fu di 4 milioni 479 mila pesos. Un’opera in cemento armato, con spogliatoi, palestre e saloni per praticare vari sport e attività sociali.

amichevole River Plate-Torino
amichevole River Plate-Torino

Il gemellaggio con il Torino, gli anni dei grandi successi e la tragedia del ’68

Sotto la gestione di Liberti il River strinse un’amicizia con il Torino. Un gemellaggio eterno dopo la tragedia di Superga del 1949. Nel 1951, in occasione del 50° anniversario della nascita del club, il River invitò i granata per un’amichevole al Monumental, cortesia ricambiata l’anno dopo, quando gli argentini giocheranno al Filadelfia. Una teca commemorativa ricorda l’evento. Liberti diventerà anche presidente del Torino, dal 14 gennaio al 18 febbraio 1957. Nel suo terzo mandato, Liberti costruì uno “squadrone”, allenatore da Renato Cesarini. Famosa la linea d’attacco a 5: Muñoz, Moreno, Pedernera, Labruna e Loustau. Dopo Cesarini arrivò Minella. Successivamente un giovanissimo Alfredo Di Stefano prese il posto di Pedernera, portando altri trionfi agli argentini. In occasione dei Mondiali del 1978, anche a causa del tragico incidente del 23 giugno 1968 avvenuto Puerta 12, che vide la morte di 71 tifosi in una dinamica simile a quella di Hillsborough, l’impianto subì una grande ristrutturazione, che abbassò la capienza a 75.000 spettatori, ma aumentò gli standard di sicurezza e comfort. Il Monumental fu inoltre teatro della finale di quell’edizione della Coppa del Mondo, che vide l’Argentina trionfare sull’Olanda. Sono inoltre stati inseriti palchi e sotto le tribune hanno trovato posto il museo del club, piscine, palestre, pub ed altri esercizi commerciali. C’è anche il River Plate Institute, una scuola per i giovani calciatori del River e per i soci del club di ogni età, dall’asilo alle scuole superiori, collocata sotto le tribune e con vista diretta sul terreno di gioco.

Le ultime modifiche e il Museo storico

Negli ultimi anni lo stadio ha subito ancora delle modifiche con l’abbassamento della capienza agli attuali 70.074 spettatori e la creazione di nuovi palchi VIP, spazi commerciali e del museo del club, che lo hanno portato alla configurazione attuale. E’ stato inoltre installato uno schermo LED, inaugurato il 30 novembre del 2014, che è il più grande del Sud America. Un nuovo sistema di irrigazione consente di lavorare in modo indipendente su diversi settori del prato. Il presidente Rodolfo D’Onofrio ha annunciato di voler costruire un nuovo stadio e vendere il ‘Monumental’. I fan non hanno preso benissimo l’idea ed hanno espresso il loro malcontento a più riprese. Nonostante alcuni contatti, il progetto per adesso non ha preso piede. Servirebbe un investimento di circa 250 milioni di dollari, pertanto per il momento ci saranno dei piccoli lavori sulla struttura dello stadio.

Museo River Plate
Museo River Plate

Meta turistica molto apprezzata è il Museo del ‘Monumental’. All’interno dello stadio è infatti presente un’area di 3500 metri quadrati che trasporta i visitatori nei quasi 120 anni di storia del club. Si parte all’interno della reception principale, dove sono siti anche il negozio del club e la caffetteria e si prosegue attraverso spalti, interno e spogliatoi, per arrivare infine sul terreno di gioco. Nel Museo sono presenti una collezione di maglie storiche e cimeli imperdibili, tra cui la famosa targa della gara contro il Torino. Alla fine del tour è possibile scegliere la propria formazione con i giocatori del River di ogni epoca. Una squadra, una leggenda, una passione. In due parole River Plate. In alto la FOTOGALLERY, in basso il VIDEO dei tifosi del River che cantano il loro coro più celebre: ‘Si Señor’.

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