“Ecco cosa ho detto a Cannavaro al momento del rigore di Grosso”, la rivelazione di Pirlo

Andrea Pirlo si è raccontato a 360°, dal suo erede fino al momenti del rigore di Grosso durante la finale dei Mondiali contro la Francia

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Sandro Tonali sarà il calciatore del presente e del futuro. A dirlo è addirittura Andrea Pirlo, uno dei migliori centrocampisti al mondo. Diretta Instagram per l’ex Juventus con Nicolò De Devitiis, l’inviato de Le Iene.  “Dicono che Tonali possa essere il mio erede — ha detto Pirlo —. Secondo me come tipo di calciatore non mi assomiglia, mi assomiglia di più per i capelli lunghi e per il fatto che giochi nel Brescia. Per me è un altro tipo di giocatore, molto più completo, sia in fase difensiva che di impostazione; è un mix tra me e altri giocatori. Sicuramente è il più promettente dei centrocampisti che ci sono in Italia. Non lo vedo come un erede perché il modo di giocare è diverso, però diventerà sicuramente un grande”.

LA NAZIONALE – “Nel rigore finale di Grosso ero lì in mezzo eravamo ognuno per i fatti propri. Poi ad un certo momento, prima del rigore di Grosso, ho abbracciato Cannavaro sperando che… Cosa ci siamo detti in quel momento? Avevo chiesto, siccome ero un po’ frastornato, se era l’ultimo rigore. È stato un attimo di stress però fortunatamente è andata alla grande. Sono momenti indescrivibili perché l’adrenalina e la motivazione che hai a giocare una finale, arrivare ai rigori stremato e giocarti la Coppa del Mondo, che è il sogno che hai da bambino, penso che sia un’emozione unica che è difficile da descrivere e da raccontare. Negli spogliatoi chi era il più casinista? Ce ne sono tanti. Io sono uno a cui piace fare gruppo, mi piace ridere e scherzare. Mi piace stare con i miei amici, chi mi conosce sa come sono. Nell’immaginario collettivo Pirlo è sempre considerato serio, come mai? Perché dovrei ridere? Se uno non mi fa ridere, non rido. In campo gioco e penso a fare bene il mio lavoro, non è che mi metto a dire cagate in mezzo al campo. Poi dopo finisce, c’è la cena e parte la rumba. Nel ritiro giocavamo alla Play. Chi era il più forte? Ce la giocavamo io e Nesta”.

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