Il calcio deve fare i conti con tante soluzioni delicate, una di queste riguarda soprattutto il ritorno del campionato. L’intenzione è riprendere gli allenamenti a partire dal 4 maggio e concludere la stagione in estate, sembra un passo indispensabile in Serie A per evitare pesantissime conseguenze dal punto di vista economico. Il Corriere dello Sport mette in risalto un altro problema, quello dei rimborsi degli abbonamenti, nella migliore delle ipotesi le partite si giocheranno a porte chiuse. Sono 10 i club di Serie A che non prevedono possibilità di rimborsi. Atalanta, Brescia, Genoa, Inter, Juventus, Lecce, Roma, Sampdoria, Spal e Udinese.
Sul punto si esprime un avvocato di diritto sportivo, Cesare Di Cintio. “Legittime o meno ci sono clausole in grado di sollevare forti dubbi circa l’eventuale portata vessatoria delle stesse. Considerato che sembrano determinare un evidente squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. Aggravando la posizione dello spettatore ed agevolando quella dell’organizzatore. Senza dimenticare che, a marzo del 2019, nei confronti di alcuni club, proprio l’Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio in materia di vessatori età di alcune clausole contenute nelle condizioni generali di vendita. Questi contratti sarebbero in netto contrasto con il ‘Codice del Consumo’ (d.lgs n.206/2005). Nello specifico, sempre l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è in pressing sui club, avendoli invitati a restituire i soldi in caso di manifestazioni a porte chiuse”.