Serie A, Nicchi: “Gli arbitri potrebbero dirigere la squadra della loro stessa città, il VAR ci sarà”

Il presidente dell'AIA Marcello Nicchi ha fatto il punto sull'organizzazione che attenderà i direttori di gara qualora arrivi il via libera per ripartire

CalcioWeb

La Lega di Serie A si è riunita in Consiglio e ha deciso che il campionato riprenderà appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno, nel rispetto del protocollo inviato al Governo. In caso di ritorno all’attività agonistica si renderebbe necessario un mini ritiro anche per gli arbitri. A tal proposito ha parlato a ‘La Gazzetta dello Sport’ il presidente dell’AIA Marcello Nicchi: “Non possiamo comportarci come una squadra di club e portare in ritiro un mese arbitri che vengono da tutta Italia. Ma visto che si sono allenati basterà un primo ciclo di 7-10 giorni per riprendere la forma ottimale. Teniamo presente che l’arbitro non deve affrontare contrasti e scontri fisici. Poi a ridosso delle competizioni ci sarà un altro mini ritiro. Con test, controlli e tamponi”.

Al contrario di quanto ipotizzato in un primo momento, ci sarà il VAR: “Sì, la società che si occupa di tutta la tecnologia ci ha assicurato che le stanze con le apparecchiature negli stadi saranno sanificate e si manterranno le distanze di sicurezza. Forse diminuirà il numero di persone: oggi sono sei, potrebbero essere meno, ma la sala VAR ci sarà”.

Nicchi ha anche parlato di arbitri che potrebbero dirigere partite della loro stessa città per evitare lunghi viaggi, in macchina o con altri mezzi, che possano mettere a rischio la loro incolumità: “È nostra intenzione scegliere gli arbitri più in forma per le partite più importanti senza vincoli geografici. Però partiamo da due presupposti: il primo è tutti i nostri arbitri offrono garanzie; il secondo è che arbitri e assistenti non viaggiano su pullman o charter come le squadre. Lo fanno per conto proprio con macchina, treno o aereo. Se possiamo permettere a un arbitro di raggiungere la partita di competenza senza attraversare mezza Italia non è meglio? Speriamo non ci sia bisogno di queste attenzioni, ma se ce ne fosse è giusto salvaguardare la salute. O vogliamo affermare che un arbitro professionista, se la pandemia lo rendesse necessario, non potrebbe arbitrare la squadra della propria città? Io questo lo rifiuto“.

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