Roberto Pruzzo, da “L’allenatore nel Pallone” al gol segnato grazie a Terence Hill fino ai pensieri suicidi

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Roberto Pruzzo, ex centravanti della Roma

CalcioWeb

Professione bomber. Di mestiere faceva gol, Roberto Pruzzo. Nato a Crocefieschi (in provincia di Genova), nel 1955, ha giocato con la maglia del Grifone dal 1971 al 1978 tra giovanili e prima squadra. Passato alla Roma vi rimase per dieci anni, prima di chiudere la carriera con la maglia della Fiorentina. Ha poi intrapreso la carriera da allenatore, con poca fortuna, quella di dirigente e quella di opinionista. Ha vinto 3 volte il titolo di capocannoniere della Serie A, 1 volta quello della B e una quello della Coppa Italia. Nel 1983, insieme a Carlo Ancelotti e Luciano Spinosi, Pruzzo prese parte alla partita finale del film ‘Don Camillo’, di e con Terence Hill, contro la formazione dove milita un altro campione degli anni settanta e ottanta, Roberto Boninsegna.

L’anno seguente, insieme ai compagni di squadra Ancelotti, Francesco Graziani e Odoacre Chierico, partecipò nei panni di sé stesso alla pellicola ‘L’allenatore nel pallone’, con Lino Banfi; nel 2008 ricomparve anche nel seguito. Viene citato anche nel film ‘Notte prima degli esami-Oggi’ del 2007 dove una tifosa dell’Italia (Paola Minaccioni) descrive il gol del momentaneo 1-0 degli azzurri impegnati nei quarti dei mondiali di calcio in Germania contro l’Ucraina a Luca (Nicolas Vaporidis), aggiungendo “Perché se c’era Pruzzo a ‘sti ucraini gliene facevamo sette, gliene facevamo”.

Diverse curiosità e aneddoti legati a Pruzzo. Una volta chiese al Presidente del Genoa Renzo Fosssati: “Come mai ti metti a bagnare la tribuna?”. ‘Così i tifosi restano in piedi e ce ne metto di più’, mi rispose”. “Bomber. La storia di un numero nove normale (o quasi)”: è la biografia di 185 pagine, tutta dedicata a Roberto Pruzzo. Nel volume, l’ex attaccante parla della sua carriera, partendo dello Scudetto vinto con la Roma di Nils Liedholm fino alla delusione della triste serata dell’Olimpico, quando nel maggio del 1984 la Coppa Campioni svanì dopo il drammatico errore dagli undici metri del giovane Ciccio Graziani.

O’Rey di Crocefieschi, soprannome inventato dai tifosi del Genoa durante le sue stagioni sotto la Lanterna, ha una storia ricca di emozioni ma anche di momenti bui, specialmente dopo il ritiro del 1989: Ogni tanto penso che sia giunto il momento di togliermi dai c……i, un po’ perché sono stanco, un po’ perché ho voglia di non rompere più le palle a nessuno – scrive Pruzzo nel libro – Ma poi accadono quelle cose che ti fanno pensare che è più forte lo spirito di sopravvivenza. Come quando mi chiamano i miei amici di Dezza, cacciatori di un paese vicino a Lucca. Amici di tutta una vita, che mi invitano a mangiare i tordi e le beccacce, quelli con cui cazzeggiamo tra uomini, gli stessi che riescono a farmi pensare che forse in fondo è meglio aspettare un altro po’…”.

Curioso episodio sul set con Terence Hill. Il noto attore è un grandissimo tifoso della Roma. I due si incontrarono sul set di ‘Don Camillo’, film diretto ed interpretato dallo stesso Mario Girotti (vero nome di Terence Hill), ispirato al celebre personaggio interpretato magistralmente da Fernandel, con Gino Cervi nei panni di Peppone. La scena cult è il derby tra Angeli e Diavoli, con Don Camillo a guidare i primi ed il sindaco, suo antagonista, coinvolto in una combine (mazzetta all’arbitro), decisiva per il successo ospite. Tra le fila degli Angeli, appunto, c’è Roberto Pruzzo, allenato nelle rovesciate da un mister d’eccezione, in abito talare. Caso vuole che, nello stesso anno, il bomber genovese segnò uno dei gol più belli tra i 106 realizzati in Serie A con la maglia della Roma, proprio in acrobazia, contro la Juventus.

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