Cinque le gare del pomeriggio di questa 30ª giornata di Serie A. Bilancio in perfetta parità: due vittorie interne, due successi esterni e un pareggio. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo nelle partite delle 15.
BRESCIA-VERONA 0-1
Pomeriggio tranquillo per il Verona al ‘Rigamonti’. E’ un destro di Lazovic al 31′ a decidere l’incontro. Il Brescia mostra subito i soliti problemi. Il fraseggio è difficile, troppi idiomi diversi in campo dall’inizio. Joronen parla in finlandese, Chancellor in venezuelano, Tonali in italiano, Zmrhal in ceco, Bjarnason in islandese e Balotelli in dialetto bresciano. Ne viene fuori un casotto inenarrabile. Per di più Diego Lopez dalla panchina incita i suoi in uruguagio. Gli interpreti del Verona si intendono meglio e le trame di gioco sono interessanti. Dopo il gol sfiorato da Stepinski (ma un’altra rete dopo la tripletta al Sassuolo sarebbe stata troppo), è Lazovic a portare in vantaggio i suoi. Gran destro dal limite del serbo e palla in buca d’angolo. Si dice che sia stato essenziale l’allenamento voluto da Juric nel periodo di quarantena. I calciatori dell’Hellas sono diventati specialisti del biliardo. La ripresa è pura amministrazione. Nel senso che Juric è talmente tranquillo che si mette in panchina insieme al presidente a studiare i bilanci del club. Per Balotelli, invece, inizia lo svago. Per tenere fede al suo soprannome, il numero 45 delle Rondinelle si mette a giocare a SuperMario, una volta sostituito. Le malelingue dicono che alla base del cambio ci siano “incomprensioni” con il tecnico.
PARMA-FIORENTINA 1-0
Il Parma torna a sognare in grande. Fiorentina stesa da un gol di Kulusevski. I viola navigano in acque tranquille, ma devono stare attenti che la barca non coli a picco. La squadra di D’Aversa fa quanto basta nel primo tempo e nella ripresa si difende. E’ Kulusevski a trovare la via della rete al 19′: uno-due pregevole con Gervinho e mancino chiuso sul primo palo. Dragowski se la prende con i suoi e sputa fuoco per le mancate chiusure. A chiudersi ci pensano i ducali nel secondo tempo. Iachini si gioca l’artiglieria pesante. Entra anche Cutrone, inizialmente tenuto fuori per aver nascosto il cappello al proprio allenatore. Tridente Chiesa-Cutrone-Vlahovic. Ma l’assalto dei gigliati non va a buon fine. Il perché è presto detto. D’Aversa parla con i suoi difensori negli spogliatoi: “Ora chiudiamoci, non facciamoli passare. Mettiamo il pullman davanti alla porta”. E la sua retroguardia lo prende alla lettera, tant’è che Bruno Alves invita l’autista del Parma a piazzare il pullman gialloblu davanti alla porta. Sepe non rientra proprio in campo per la seconda frazione ma gli attacchi viola si infrangono contro la difesa “di ferro” messa a punto dai crociati.
SAMPDORIA-SPAL 2-3
Per una difesa ferrea come quella del Parma ce ne sono due che fanno acqua da tutte le parti. La Lega aveva pensato al neutro di Pescara (il Ferraris è stato dichiarato agibile solo come stadio per la pallanuoto) per scegliere una città a tema acquatico, invece la scelta è ricaduta sul Qatar (forse pensando direttamente alle conseguenze di un altro diluvio). E’ in terra asiatica che va in scena la partita con più gol del pomeriggio. A spuntarla è la SPAL di Semplici, che prova il miracolo salvezza. Per Ranieri è notte fonda, tant’è che insieme al tecnico, abituato alla pennichella pomeridiana, si addormenta anche tutta la squadra. E dire che all’intervallo la Samp è sopra di due reti e sembra aver archiviato la pratica. Quagliarella apre le marcature con un gol dei suoi: gran girata al volo di sinistro sul cross di Murru. Il mancino preciso di Ramirez sembra chiudere i giochi. Appunto, sembra. Perché nella ripresa i blucerchiati entrano in campo sicuri di aver chiuso la pratica e finiscono per diventare il Milan del nuovo decennio, con risvolti ancor più drammatici della notte di Istanbul. Colley e Chabot trafugano cuscini e lenzuola dagli spogliatoi per accamparsi sul terreno di gioco. Il sonnellino è servito e la Spal non si fa pregare. Il solito Petagna accorcia, poi ci pensano Missiroli e Cerri a ribaltare il punteggio. Da sottolineare la ‘prestazione’ dell’attaccante ex Cagliari, andato a Troina in settimana. Ridestatosi dal riposo pomeridiano, Ranieri racconta ai suoi collaboratori l’incubo che crede di aver fatto: “Ho sognato che eravamo sopra di due gol e la SPAL ci rimontava”. Quando gli confermano che non si era trattato di un incubo, Ranieri vorrebbe non presentarsi davanti alle telecamere. Convinto dallo staff accetta l’intervista post-partita e commenta la prestazione dalle due facce dei suoi cantando una canzone del suo omonimo Massimo, rivisitata per l’occasione: “E adesso andate via, voglio restare solo, con la malinconia, vincevo due a zero. Ho fatto un sonnellino, mi sveglio e guarda te, da che era 2-0, la SPAL ne ha fatti tre. Perdere l’onore, quasi verso sera, segnano Petagna, Missiroli e Cerri pure, rischi di impazzire, può scoppiarti il cuore, perdo con la SPAL, ma chi me lo doveva dire? Lasciami gridare, rinnegare il cielo, prenderli a sassate tutti i giorni ad uno ad uno. Adesso fate come dico io, altrimenti quanto è vero Iddio, me ne vado a Rio. Perdere l’onore…” (la canzone di Ranieri la potrete scaricare nei prossimi giorni).
SASSUOLO-LECCE 3-1
Caputo non si ferma più. Il bomber del Sassuolo ha rischiato di non giocare la partita. E già, perché Liverani, individuato nell’attaccante pugliese il pericolo principale ha organizzato un rapimento. La sera prima della partita, alcuni collaboratori del Lecce bloccano Caputo al termine dell’allenamento e lo rinchiudono in un magazzino nei pressi del MAPEI Stadium. La misteriosa assenza spaventa De Zerbi, soprattutto perché deve affidarsi a Defrel, oggetto misterioso della stagione neroverde. E nel primo tempo il Sassuolo va sotto. Lapadula risponde alle critiche del suo allenatore delle scorse settimane e trova addirittura il gol. Nel secondo tempo la musica non sembra cambiare, fino al 50′. Lucioni, tornato al centro della difesa, atterra Boga in area. Liverani impazzisce e gliene grida di tutti i colori: “Ma chi me l’ha fatto fare? Giocavi meglio in attacco!”, le espressioni ripetibili. Berardi non sbaglia dagli 11 metri. Allo scoccare dell’ora di gioco succede l’incredibile. L’altoparlante dello stadio annuncia: “E’ stato ritrovato Francesco Caputo. Chiunque voglia reclamarne il possesso è pregato di recarsi all’ingresso dello stadio”. De Zerbi non crede alle sue orecchie e si precipita dal suo attaccante principe. Tempo di cambiarsi e Caputo è pronto per gli ultimi 20 minuti di gara. Liverani sussurra: “Ce l’avevamo quasi fatta”. Niente da fare, invece. Caputo entra in campo. Per uno di Altamura (provincia di Bari) vedere Lecce è come per il toro vedere rosso. Il bomber è implacabile. Due palloni giocati, due gol. Il Sassuolo vince 3-1, per Liverani e alcuni membri del suo staff in arrivo pesanti provvedimenti.
UDINESE-GENOA 1-1
Un pareggio che muove poco per le due squadre. Il protagonista per i padroni di casa è a sorpresa il difensore austriaco Prodl, alla prima presenza in stagione. E la sua esperienza si fa subito sentire nel discorso pre-partita: “Andiamoci a prendere questi tre punti. Avanti miei Prod(l)!”. E sul calcio d’angolo battuto dal solito de Paul, Prodl svetta più in alto di tutti e fa 1-0. Nicola non ci sta: “Ma chi è questo che ci ha segnato?”. Il suo Genoa sembra incapace di reagire. All’ennesimo fuorigioco sbandierato contro i suoi attaccanti è lui a reagire nei confronti dell’assistente: “Non sei mica al palio di Siena, che c***o continui a sbandierare?”. Espulsione immediata per il tecnico del Grifone. Dagli spalti della Dacia Arena, dove è confinato, Nicola chiama i collaboratori in panchina per un’ultima disperata mossa: “Loro hanno segnato con uno dei più vecchi. Giochiamoci la carta opposta. Largo ai giovani. Fate entrare Rovella“. Tocca al promettente centrocampista della Primavera rossoblu. E quando le speranze sembrano svanire, arriva il classico tiro della domenica. Un bolide che va a morire all’incrocio dei pali, nulla da fare per Musso. Nicola perde le staffe e va dalle parti del guardalinee a gridargli: “Che è, ora non la sventoli più la bandierina? Mettila, mettila, mettila nel c**o!”. In arrivo una maxi-squalifica per l’allenatore del Genoa, che comunque porta a casa un punto.
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Questo racconto non corrisponde assolutamente alla realtà. E’ frutto della fantasia della nostra redazione. L’idea nasce per cercare di ‘alleggerire’ la mente dei lettori, nelle ultime settimane riempita soltanto da notizie negative. Noi di solito amiamo raccontare ciò che succede in campo e tutto ciò che lo circonda, e per questo vogliamo provare a farlo anche in un momento del genere. Con leggerezza e un po’ di ironia, provando a strappare qualche sorriso. Speriamo che l’iniziativa possa essere apprezzata da chi ci legge.