Rafael Benítez Maudes, detto Rafa. È stato il quarto allenatore a vincere la Coppa UEFA/Europa League per due volte e il secondo a riuscirci con due squadre diverse dopo Giovanni Trapattoni. È inoltre l’unico allenatore ad aver vinto la Coppa UEFA e la Champions League in due stagioni consecutive con due squadre differenti. Prodotto del vivaio del Real Madrid giocherà solo con il Castilla, nelle serie minori. Poi con le maglie di Parla e Linares. Da allenatore ha vinto tanto: due campionati spagnoli ed una Coppa Uefa con il Valencia; una Champions League, una Supercoppa Europea, una Coppa d’Inghilterra ed una Supercoppa d’Inghilterra con il Liverpool; una Supercoppa Italiana ed un Mondiale per Club con l’Inter; un’Europa League con il Chelsea ed una Coppa Italia con il Napoli. Spesso è entrato in contrasto con le dirigenze dei club in cui allenava per via del calciomercato. Benitez è sempre stato un manager che vuole la gestione completa della squadra.
Benítez ha avuto alcuni diverbi e litigi con Alex Ferguson, storico manager scozzese del Manchester United. Il 9 gennaio 2009 Benítez accusa il collega di condizionare gli arbitri e di tenere in panchina atteggiamenti intimidatori. Ferguson ha ribattuto insultando sia il gioco del collega e poi attaccandolo direttamente. Ad esempio, in un’intervista rilasciata nel 2012, l’allenatore del Manchester United definisce Benítez come un allenatore “fortunato” , uno che “potrebbe esibire due Mondiali per club nel suo curriculum senza aver avuto nulla a che fare con le due squadre vincitrici Inter e Chelsea”. Difficile anche il rapporto con José Mourinho.
Famosissima resta l’impresa di Istanbul con il Liverpool. I Reds, sotto di 3 reti contro il Milan, rimontarono e vinsero ai calci di rigore. Un curioso aneddoto fu svelato da Benitez stesso. Al tecnico, infatti, era stato vietato di entrare alla festa. Il motivo? Non era stato riconosciuto da una guardia di sicurezza. Durante un’intervista ai microfoni del Daily Mail ha dichiarato: “Una guardia mi ha detto che non potevo entrare perché era una festa privata. In quel momento un mio amico gli disse: ‘Zio, non sai chi è questo? È Dio‘”.
Curiosa anche la storiella dell’asino. Ai tempi del Napoli, per spiegare perché non cambiasse modulo, rispose così ad un giornalista: “Un papà che cammina con suo figlio ed un asino, di fronte trova un giornalista che dice ‘guarda questi due che camminano, uno potrebbe andare sopra l’asino così fatica meno’, il papà sale sopra l’asino ed un giornalista dice ‘guarda, il papà sale sull’asino ed il bambino è a piedi’, poi loro cambiano ed un giornalista dice ‘guarda, lui a piedi ed il bambino giovane è sull’asino’, loro cambiano ancora ed un altro dice ‘guarda, in due su un asino, povero asino’. Per questo noi ragioniamo con la nostra testa perchè abbiamo fiducia in noi”.