“Bevevo grappa, fumavo 25 sigarette al giorno. Lo sport mi ha salvato”: l’ex attaccante italiano si confessa

Grappa e sigarette non sono mai mancate durante la carriera da calciatore. Come i gol. L'ex attaccante della Serie A si confessa

CalcioWeb

Dario Hubner si confessa. Soprannominato ‘il bisonte’ per via del fisico, ha scritto pagine importanti del calcio italiano, divenendo un attaccante di culto. Capace di segnare con regolarità in ogni categoria e unico giocatore insieme a Igor Protti ad aver vinto la classifica dei cannonieri di serie A, B e C1 rispettivamente con Piacenza, Cesena e Fano. In un’intervista a ‘Quotidiano.net’ ha confessato alcuni dei suoi vizi, ricordando anche un aneddoto su Saadi Gheddafi, figlio dell’ex leader della Libia: “Ogni tanto nei ritiri bevevo la grappa. Una volta lui si avvicinò pensando fosse caffè: gliela feci assaggiare e apprezzò. Quando giocavamo vicino a Trieste, mio padre veniva a portarmi stecche di sigarette e grappa fatta in casa. Così a Udine regalai una bottiglia molto forte a Saadi. Il martedì era in ritardo all’allenamento. Mi chiesi se gli avesse fatto male la mia grappa. Poco dopo entrò in spogliatoio: ‘Mister Hubner, very good, grazie!'”.

Non mancavano di certo le sigarette: “Fumavo almeno 20-25 Marlboro al giorno alla luce del sole. Mai nessun allenatore ha provato a farmi smettere, a loro importava che mi impegnassi in campo. Facevo tanto sport e una vita regolare: questo mi ha salvato. Da maggio fumo quelle elettroniche“.

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