Una decisione delicata. E’ quella che dovrà essere presa sulla ripresa degli allenamenti e del campionato di Serie A, l’emergenza Coronavirus non è ancora finita e quindi i rischi non mancano. La conferma è arrivata anche da Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). “Far ripartire il calcio dopo la fine del lockdown è una decisione politica”.
“Dal punto di vista tecnico il calcio come altri sport implica un contatto diretto, quindi la necessità di controlli molto stretti su un numero di persone relativamente ampio, anche se non si discute che si gioca a porte chiuse. Ma attorno ai calciatori ci sono 200 persone, i controlli sarebbero in carico delle squadre da quello che ho capito, a scadenze molto strette. È una decisione molto difficile da prendere, non mi sembra ci siano le condizioni per un rischio zero. In questo caso il distanziamento sociale mi sembra scarsamente applicabile, certo il rischio non è zero”.
Coronavirus, parla Brusaferro
Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha parlato anche del ritorno alla normalità. “L’idea è: apriamo attività produttive, commerciali, una mobilità a supporto, e vediamo se riusciamo a mantenere questi numeri, andando progressivamente ad articolare una nostra vita che certamente non sarà come prima, fino a quando non avremo terapie ma soprattutto il vaccino. Bisogna riorganizzarsi, anche nella vita quotidiana. Ci si può muovere ma rispettando rigorosamente alcune regole. Si potrà andare al parco, ma non fare festa in sintesi”.