Interessante intervista del ‘Corriere dello Sport’ a Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli. Prossimo a compiere 89 anni, passa le proprie giornate in casa per l’emergenza Coronavirus: “Ho rimosso la guerra e anche il colera, tutte le brutture attraversate. Voglio un pizzico di leggerezza e anche la tranquillità che certi ricordi mi sottrarrebbero, e questo mi sembra il momento peggiore, perché è tutto fermo, la vita stessa. Me ne sto con le immagini più liete, quelle che mi ha regalato il calcio: i due scudetti, la coppa Uefa, le due Coppe Italia, la Supercoppa. Almeno vivo in questa bolla gioiosa e faccio a meno di tormentarmi con i passaggi meno lieti dell’esistenza”.
Si passa poi al tema degli stipendi e Ferlaino fa delle riflessioni: “C’è stata un’escalation paurosa, con calciatori che guadagnano molto più di quanto guadagnino i loro presidenti. E come è possibile che ciò accada? Mi aspetto ripercussioni per il Paese sotto il profilo finanziario, la ripresa sarà lenta e faticosa, e in assenza d’una presa di coscienza, nulla nel calcio sarà immediatamente come prima. La rovina è dietro la porta, perché la ragionevolezza durerà un attimo. Poi, tranne per chi ha già dimostrato lungimiranza, si tornerà a correre verso l’acquisto più costoso, il contratto più elevato, i bonus più invitanti. Il sistema è corroso da dentro, ci sono procuratori – e a me non stanno simpatici – che giocano su più tavoli, perché vivono di provvigioni e ogni cessione muove capitali. E a loro non interessa altro che spostare i propri assistiti”.
Accusa pesante all’arbitro Orsato: “Nel 2018 lo scudetto ci è stato negato, diciamo così, dalle decisioni di Orsato in Inter-Juventus. Perché quello scudetto sarebbe finito qui da noi”. Per De Laurentiis solo elogi: “Negli ultimi campionati, ha rappresentato con il Napoli il contro-potere tecnico”.
Frecciatina anche a Messi: “Quanti sono i calciatori al mondo che cambiano, sul serio, la fisionomia di una squadra? Senza voler essere paradossale, ma Messi, altrove, farebbe vincere come riuscì a Maradona con il Napoli e l’Argentina? Ne dubito, perché fuori dal contesto Barcellona, con la sua Nazionale, non mi sembra sia riuscito ad ottenere risultati indimenticabili. Non credo che Messi, inserito altrove, sia capace di far vincere a un club ciò che quel club non è stato in grado di conquistare fino a quel momento”.
Infine, un aneddoto relativo all’Avvocato Agnelli: “Uscivo dallo stadio, cominciavo a girare in macchina o, se stavamo in trasferta, me ne andavo in aeroporto, in taxi, o dove capitava. L’unica volta che rimasi fu a Torino, nella stagione del 3-1 alla Juventus, quello dello scudetto, seduto al fianco dell’Avvocato Agnelli, una delle più belle figure italiane, dal quale venni ricoperto anche di complimenti. Non vincevamo da ventinove anni in casa della Juve e quella volta lo facemmo persino con il gol del 3-1 forse in millimetrico fuorigioco”.