Coronavirus, c’è preoccupazione: “serve il salary cap altrimenti Serie B e C chiudono”

L'emergenza Coronavirus sta portando pesanti conseguenze dal punto di vista economico al calcio italiano, l'allarme del presidente

CalcioWeb

L’emergenza Coronavirus ha portato pesantissime conseguenze anche al mondo del calcio. I campionati sono fermi e c’è ancora grande incertezza sulla ripresa della stagione. I club rischiano tantissimo dal punto di vista economico, soprattutto quelli di Serie B e Serie C. L’allarme è stato mandato direttamente da Antonio Gozzi, presidente dell’Entella che ha parlato a ‘La Gazzetta dello Sport’.

SUL CALCIO – “La crisi picchia su un soggetto già malato. Il calcio è la terza industria del Paese, ma è sistematicamente in perdita, non esiste. Alla lunga si fallisce. Soprattutto dalla Serie B in giù. O ci diamo una regolata o è dura. Quanto perde la Serie B? La scorsa stagione più di 90 milioni. Non è possibile. Chi li mette tutti questi soldi? E questo stop costa quasi 3 milioni di euro in media a club”. 

LE SOLUZIONI“Intanto diamo merito a Gravina: se non si paga la fiscalità fino a giugno è una sua vittoria. Serve il salary cap per contenere i costi. Se poi uno vuole fare il pazzo, lo fa con i suoi soldi e lascia agli altri la mutualità”. 

IL TAGLIO DEGLI STIPENDI – “Se non si gioca non si può pretendere il pagamento della prestazione. Lo dice la legge. Se sarà possibile riprendere in condizione di sicurezza degli atleti, ci sarà una discussione con i calciatori per il periodo in cui torneranno ad allenarsi”. 

SULLA RIPRESA – “Bisogna tornare in campo quando ci potrà essere il pubblico. Se si può facciamolo in autunno. E la stagione 2020-21 sarà tutta nel 2021, da gennaio a ottobre, e così nel 2022 quando ci sarà lo stop per i Mondiali del Qatar”. 

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