Alemao al veleno: “Sacchi e la monetina? Solo bugie, pensavo fosse intelligente”. Poi la morte della madre

Alemao torna sull’episodio della monetina e parla anche delle presunte scuse di Sacchi: "Questa è una colossale bugia ed ho il dovere di smentirla"

CalcioWeb

Era l’8 aprile del 1990 e Milan e Napoli si contendevano il titolo. I rossoneri erano di scena a Bologna, con un punto di vantaggio sui partenopei, impegnati a Bergamo contro l’Atalanta. A Bologna a pochi minuti dal termine del match un tiro di Lorenzo Marronaro colpisce Filippo Galli; il portiere Pazzagli sbaglia ma ferma la sfera poco prima che questa varchi la linea. Il direttore di gara Tullio Lanese non si accorge che la palla è entrata. A Bergamo, Alemao durante un azione di gioco viene colpito da una monetina da 100 lire. Il brasiliano si accascia a terra su consiglio del massaggiatore partenopeo Carmando. Il Napoli sporge reclamo con un referto medico. Situazione che porta la squadra partenopea a vedersi assegnata la vittoria a tavolino (all’epoca 2-0). Una moneta da 100 lire vale l’aggancio in classifica al Milan e porterà al titolo finale.

A distanza di 30 anni da quella giornata di Serie A, Alemao è tornato sull’episodio in un’intervista al ‘Corriere dello Sport’, parlando delle presunte scuse di Sacchi: “Questa è una colossale bugia ed ho il dovere di smentire Sacchi. Non avevo nulla da farmi perdonare, perché io non ho alterato la realtà. Il dolore alla testa l’ho avvertito io, il taglio l’ho subito io. Immagino sia complesso dover riempire un libro, si devono inserire argomenti che facciano sensazioni, elementi che possano attirare l’attenzione. Ma confesso che pensavo di essere al cospetto di una persona più intelligente. E mi rattrista che non sia così. Quell’episodio, aritmeticamente, è ininfluente, perché seppure non ci avessero assegnato la vittoria a tavolino come avvenne, noi saremmo stati campioni d’Italia, con un punto di vantaggio sul Milan. Non avevamo bisogno di quella decisione, ma c’erano regole precise all’epoca. E io fui colpito”.

Alemao ha recentemente perso la madre: “E io ancora non so perché mia madre, Margherita, sia morta. Nessuno ci ha detto niente, non abbiamo neanche potuto salutarla come avremmo voluto, come si dovrebbe. È successo tre settimane fa ed è andata via in quattro giorni: la tosse è diventata polmonite, c’è stato un peggioramento e poi è spirata. L’abbiamo portata al Cimitero ed eravamo lì soltanto i familiari più stretti, i figli e i nipoti. Ci hanno consentito di stare dieci minuti insieme, senza ovviamente che si potesse aprire la bara, per vederla ancora una volta. L’ultima”.

Dario Hubner, il siparietto con Ancelotti e la bestemmia all’ultima partita. Grappa, sigarette e videoclip

Condividi