La Serie A, seppur con molta fatica, ieri è scesa in campo. E anche gli altri campionati professionistici insieme a lei. Oggi si continua, ma sarà domani la giornata decisiva. Nonostante il big match Juve-Inter, la gente parla poco di calcio giocato. Più che altro, se di calcio si parla, lo si fa sempre in riferimento al Coronavirus. Il Consiglio Federale di domani dirà molto in tal senso. Sospensione campionati, rinvii, annullamenti, congelamento classifiche. Tutto in divenire. Si attendono le ufficialità, ma le ipotesi future si rincorrono. Un altro scenario inedito è stato rivelato da Repubblica nelle sue pagine odierne. Riportiamo uno spaccato dell’articolo integralmente.
“Ma cosa succederebbe se un giocatore di Serie A risultasse contagiato? In Serie C è già successo a un atleta della Reggiana e al presidente del Novara. Molti club di Serie A hanno mandato a casa personale al seguito della squadra per febbre o raffreddori, qualcuno ha iniziato a chiedere tamponi e usare termoscanner prima degli allenamenti. Un atleta contagiato imporrebbe lo stop del campionato. E, forse, la sua conclusione. Norme che dicano come comportarsi in un caso simile non ce ne sono: da ieri i telefoni dei presidenti di A bollono veicolando proposte e tensioni. In caso di stop, l’ipotesi è di congelare la classifica: nessuno scenderebbe in B, ‘perchè è ingiusto far pagare un prezzo così alto con 12 gare da giocare’. Ma chi ha diritto di salire dalla B – in caso di stop, niente play off, quindi oggi solo 2 squadre, Benevento e Crotone – non potrebbe essere penalizzato. La soluzione? Serie A a 22 squadre nel 2020/2021. Lo scudetto invece potrebbe non essere assegnato”.