L’emergenza Coronavirus ha bruscamente interrotto il calcio europeo. Quasi tutto. Perlomeno quello più importante e conosciuto. La dichiarata pandemia globale non aiuta certo ad avere risposte sicure nel breve periodo. C’è il rischio che i campionati attuali possano non riprendere più. In Italia, nonostante tutto, c’è ancora una flebile speranza sulla possibile ripresa. La data ultima è stata fissata nel 9 maggio, con fine calcolata entro il 30 giugno o comunque poco oltre.
Uno Scudetto assegnato in estate, praticamente. Situazione inedita? Niente affatto, anzi. L’odierna edizione del Corriere dello Sport ha infatti messo in evidenza che, qualora il campionato dovesse concludersi tra giugno e luglio, non sarebbe la prima volta. A dir la verità, fino agli anni ’60 era anche normalità chiudere ‘tardi’. A inizio giugno? Magari. Spesso anche a fine giugno, a fine luglio (negli anni’20) o – addirittura – ad agosto o settembre (tra il 1923 e il 1926), con la ‘scissione dei campionati’ voluta da Vittorio Pozzo.
Dagli anni ’60 in poi questa abitudine cambiò e, dopo più di 20 anni di assenza, solo nell’88 la Serie A terminò nuovamente a fine giugno, per via dell’inizio a ottobre a causa della concomitanza con i giochi di Seul. Fu l’Inter del Trapattoni a vincere. Negli anni successivi la fine fu ad inizio giugno – esattamente nel ’92-’93, nel ’94-’95 e nel ’96-’97 – mentre l’ultimo caso si presentò 20 anni fa: stagione 2000-2001, la Roma festeggia il suo Scudetto il 17 giugno.