Nicolas Anelka è stato un discreto attaccante. Esordì nel calcio che conta al Paris Saint Germain appena diciassettenne, poi il passaggio all’Arsenal e successivamente al Real Madrid. Il ritorno in Francia e il prestito al Liverpool le tappe successive. Poi Manchester City, Fenerbahce, Bolton e Chelsea. Con la maglia dei Blues l’esperienza migliore in carriera. 125 presenze e 38 gol. Ha indossato anche le casacche di Shangai, Atletico Mineiro, West Bromwich e Mumbai, nel suo personalissimo giro del mondo. Particolarmente negativa anche l’esperienza con la Juventus. Per i tifosi, però, divenne quasi un simbolo: lui, assieme a Bendtner, sono passati alla storia come i due scudettati con meno impatto nella storia bianconera. Giocò in totale 45′. Questi i ricordi di Anelka sul periodo passato a Torino: “Avevo deciso di accettare la loro proposta perché hanno una buona storia e perché erano al primo posto in Italia. Purtroppo, però, quella rimarrà la mia peggior stagione: ho giocato solo 45 minuti e non ho mai potuto indossare la maglia bianconera allo Juventus Stadium davanti ai tifosi. Mi vergogno di quel trasferimento. Ho giocato e segnato in tante squadre, tranne che a Torino. Senza mancare di rispetto a questa grande società, quindi, non si può affermare che ero un loro giocatore proprio per come è andata a finire”. Con la maglia della Nazionale 14 gol in 69. Con la Francia ha vinto l’Europeo del 2000 e la Confederation Cup del 2001.
Un carattere a dir poco difficile. Perché ovunque sia andato, Nicolas Anelka ha sempre avuto problemi. Un giorno andò nello spogliatoio del Real Madrid dicendo che gli altri calciatori non festeggiavano abbastanza i suoi gol. Così non si allenò per qualche giorno e venne prima multato, poi ceduto. Un racconto shock di Anelka fece il giro del mondo qualche anno fa: “Sbagliai un goal in una gara contro il Fulham in casa, perché accecato dal sole. Vieira mi guardò male e capii che non sarebbe finita in campo. Infatti negli spogliatoi, una volta sotto la doccia, si rivolse contro di me e io gli risposi sapendo che non avrei dovuto. Dopo la doccia, mentre ero seduto, si avvicinò e mi diede uno schiaffo con il suo pene. Nello spogliatoio era chiamato ‘Le Long’. E’ stato come venire colpito da un salmone bagnato di 35 centimetri in piena faccia”. Un aneddoto rivelatosi totalmente inventato da un sito satirico.