Il mondo del calcio rischia un importante ridimensionamento a causa dell’emergenza Coronavirus, si prevedono danni dal punto di vista economico in grado di mettere in dubbio la vita di alcune società. Ma adesso, il pensiero è quello di superare l’epidemia, per tornare in campo ci sarà tempo. E’ il pensiero di Carlo Ancelotti che sta vivendo la situazione dall’Inghilterra, ecco le dichiarazioni al ‘Corriere dello Sport’.
LA SITUAZIONE – “Ciò che conta adesso è contrastare efficacemente il virus, lo ripeto. Poi, certo, se sarà possibile proseguire la stagione, bene, altrimenti amen. Mi fa ridere chi insiste a fare discorsi sulla preparazione, c’è addirittura chi parla di tre settimane di allenamento. Son cazzate, E’ una barzelletta, quello della preparazione è un falso mito. Oggi chi ha tre settimane a disposizione? Ci si allena giocando. L’importante è che si fissa una data e quella poi è uguale per tutti. Se intendo per tutti i campionati? No, l’Italia credo sia avanti, ho sentito che il picco dovrebbe essere tra poco. In Inghilterra siamo in ritardo di giorni, in Spagna invece è un casino”.
“Noi tutti stiamo vivendo una vita alla quale non eravamo abituati e che ci cambierà profondamente. Dovremo darci tutti una bella ridimensionata, a cominciare dal calcio. Sento parlare di taglio degli stipendi, di sospensione dei pagamenti. Mi sembrano soluzioni inattuali, intempestive. Presto cambierà l’economia, e a tutti i livelli, i diritti televisivi varranno di meno, i calciatori e gli allenatori guadagneranno di meno, i biglietti costeranno di meno perché la gente avrà meno soldi. Prepariamoci a una contrazione generale”.
SU LIVERPOOL-ATLETICO – “L’altro giorno ho sentito Klopp, mi ha detto che giocare quella partita in determinate condizioni è stato un atto criminale. Penso abbia ragione”.