Alla fine anche la Premier League si è fermata. Un po’ troppo tardivamente. Ne è convinto Angelo Ogbonna, difensore del West Ham, che ha attaccato la Federazione inglese in un’intervista al ‘Corriere della Sera’: «Sono contento e sollevato che si sia bloccato tutto, anche i campionati minori: sembrava quasi che si volesse ignorare un problema così grave. Non è una questione che riguarda il calcio, ma è radicata nella mentalità del Paese: qui non hanno ancora ben chiaro il rischio che porta con sé un virus che si può diffondere in pochi secondi se non ci si comporta in modo corretto. Non è assolutamente accettabile che l’Arsenal abbia giocato contro di noi: loro erano stati impegnati contro l’Olympiacos e il presidente dei greci era affetto dal virus. Sembra quasi che qualcuno debba morire per poter arrivare a prendere decisioni tempestive».
Si parla poi di interessi economici in ballo e se siano cambiati i controlli sugli atleti: «Si è cercato di salvare il business, perché c’era già coscienza del problema. Ed è stato strano vedere lo stadio pieno. Ma molto più strano è stato vedere cinquemila tifosi del Psg assiepati fuori dal Parco dei Principi a festeggiare la vittoria sul Borussia: una incoscienza che riguarda tutta la popolazione. Per quanto riguarda i controlli non è cambiato nulla, almeno dal mio punto di vista. Un’altra testimonianza di un atteggiamento che è a dir poco superficiale».
Un medico e personaggio televisivo inglese ha attaccato gli italiani dicendo che stanno approfittando del Coronavirus per fare la “siesta”: «Fino a quando non tocchi il fuoco, non ti bruci. Da italiano all’estero sono profondamente orgoglioso di quello che sta facendo il mio Paese. Ci possono criticare su tante cose, ma sulla sanità credo che siamo tra i migliori al mondo. E comunque le notizie su quello che accade in Italia girano da giorni e ci sono strumenti che ti mettono al corrente in tempo reale: il problema forse è che noi conosciamo l’inglese, mentre gli inglesi non conoscono l’italiano…».
Ogbonna ebbe un incidente da ragazzo. Uscì di strada per un colpo di sonno, finendo in un fiume. Solo l’intervento di un altro automobilista che avvertì i soccorsi gli salvò la vita: «L’attenzione verso l’altro fa sempre la differenza. E oggi ancora di più».