Giuseppe Gazzoni Frascara, 85 anni compiuti ad ottobre, è stato presidente del Bologna dal 1993 al 2001. Lasciato l’incarico a Renato Cipollini, ha mantenuto la società fino al 2005, diventandone presidente onorario nel 2014. Intervistato dal “Corriere dello Sport”, Gazzoni ha parlato di una brutta polmonite che lo ha colpito quasi un mese fa, in qualche modo collegata all’attuale Coronavirus: «La situazione è molto grave, bisogna davvero impegnarsi tutti quanti perchè possa passare prima possibile. Pochi giorni prima dell’esplosione del Coronavirus – racconta – sono stato ricoverato venticinque giorni in ospedale a causa di una pesante broncopolmonite. Non è stato semplice superarla, ma sono uscito quando da noi non c’era ancora la sensazione di quello che stiamo vivendo in questi giorni. E, senza che questa idea abbia valore scientifico, nella mia testa mi sono fatto la convinzione che la broncopolmonite possa essere stata una cugina del virus esistente e quindi che al mio interno sia siano creati degli anticorpi. Ne ho parlato con il mio medico che non era molto convinto, ma per questo sto vivendo questo momento con una certa serenità».
«C’è poco da fare. Bisogna rispettare le indicazioni che ci sono state date dalle autorità – continua Gazzoni -. E anche se le giornate sono molto lunghe bisogna mantenere sempre i nervi saldi. Vivo solo, i miei figli hanno la loro vita, ho pensato che la broncopolmonite sia stata una coincidenza favorevole in questo momento. La nostra città, a parte qualche caso, si sta comportando bene. Non sento di molte persone fermate per mancato rispetto degli ordinamenti. Specialmente rispetto al comportamento di tante altre città italiane. Ma se penso a chi è andato a sciare quando era in quarantena e si è pure rotto una gamba, mi chiedo come certe persone possano essere così superficiali. Piuttosto, invece, la preoccupazione potrebbe essere la tempistica. La cosa che può farci venire un po’ di angoscia è il fatto che non sappiamo quanto tutto questo potrà durare».
Sulle posizioni nelle altre zone del mondo Gazzoni aggiunge: «In realtà trovo davvero strane alcune posizioni. Come quella inglese di Boris Johnson che si crede Winston Churchill. Ma non si avvicina neppure allo statista inglese. Credo che se manterrà quella posizione nel suo Paese i morti saranno migliaia e a quel punto dovrà immediatamente cambiare politica. Sinceramente non mi è piaciuta neppure quella di Trump negli Stati Uniti. Lì il servizio sanitario pubblico è inesistente e curarsi costa tantissimo. Noi, al contrario, abbiamo un servizio straordinario e, come abbiamo visto, abbiamo medici e infermieri molto in gamba ai quali bisogna fare dei monumenti».
Tutti si ammalano, anche i calciatori: «Sono rimasto colpito da questo fatto. Certo, sono uomini come tutti, ma sono pure ragazzi in forze e pieni di salute. Per fortuna i vari Rugani, Cutrone o Gabbiadini sembra che stiano abbastanza bene e di questo siamo tutti contenti. È chiaro che la quarantena nella quale dovranno rimanere tutte le squadre metterà un certo disordine al campionato che in un certo senso verrà anche falsato».
Si chiude con un pensiero sul prosieguo della stagione e sul Bologna visto quest’anno: «Non saprei. Penso che alla fine la soluzione playoff e playout potrebbe essere la migliore. Nello stesso momento è rallegrante l’idea che tutti quanti stiano cercando di arrivare in fondo al campionato pensando di giocarlo anche in estate. Anch’io sono stato contagiato dall’entusiasmo e dal carattere che ha portato in tutti noi Sinisa. Così come dal suo attaccamento alla maglia e ai suoi ragazzi. Stanno facendo davvero molto bene se pensiamo a come si è sviluppata questa stagione e a cosa è accaduto ad inizio anno. Mi dispiace solamente leggere alcune notizie per cui alcuni giocatori a causa di questo virus potrebbero decidere di lasciare il nostro Paese. Ad esempio sono convinto che se Palacio dovesse andare via sarebbe una perdita importante per il Bologna, anche se ha una certa età. Un altro calciatore che mi piace è Orsolini. Quando parte sulla fascia, poi rientra, salta l’uomo, si inventa due o tre finte per far sbandare il difensore e va al tiro è davvero entusiasmante. La rete che ha segnato a Lecce, andando a calciare con il destro, che non è neppure il suo piede naturale, mi ha fatto pensare che sia davvero un giocatore che fa saltare in piedi anche i tifosi più difficili».