Un dejà vu? Forse. Sembra di rivivere maggio 2018, quando si iniziavano a rincorrere le voci circa un possibile interesse della Juve per Cristiano Ronaldo. Poi tutti sappiamo com’è andata a finire. E adesso? Adesso è un po’ diverso. Succede che Messi litiga col Barcellona e allo stesso tempo c’è la possibilità che a giugno si liberi a zero. Apriti cielo. “Messi in Serie A”, si legge ovunque, “Messi in Italia”. Impazza il web e impazzano i social.
Alcuni tifosi sognano, altri sono più realisti. Ma cosa c’è di vero? Messi può realmente sbarcare in Serie A? Calma coi facili entusiasmi. Al momento è e rimane pura utopia. Ma, come detto, l’operazione Ronaldo-Juve ha insegnato a non pensare mai che sia tutto totalmente inventato. E noi siamo andati a spiegare i 7 motivi per cui Messi potrebbe, chissà, pensare anche all’Italia.
1 – La storiella del calcio italiano che ha perso appeal tiene, ma fino ad un certo punto. Non saranno sicuramente gli anni d’oro in cui gli stranieri firmavano carte false per arrivare nel nostro paese, ma non si può neanche dire che la Serie A sia paragonabile al torneo dell’oratorio. E l’approdo di Cristiano Ronaldo lo dimostra. Perché mai avrebbe dovuto scegliere la Juve? Forse andava matto per i gianduiotti? O per la bagna càuda? Suvvia, dai…
2 – Restiamo a Cristiano Ronaldo. Sì, perché la ‘Pulce’ ritroverebbe proprio il portoghese, potendo così tornare a ravvivare un duello che per anni ha entusiasmato la Liga. Un duello che, in fin dei conti, stimola entrambi.
3 – Il decreto crescita. Sembra un fatto quasi superfluo, ma in realtà non lo è. L’operazione De Ligt lo dimostra, ma è solo tra i casi più famosi di una legge che ha – forse anche involontariamente – avvantaggiato le società italiane. Ridurre di molto le spese sull’ingaggio può sicuramente favorire un interesse nei confronti dell’argentino.
4 – Restiamo sull’ingaggio. Sì, perché in realtà è l’unico sforzo economico da effettuare. Messi va in scadenza nel 2021, ma c’è una clausola nel contratto che gli permette di svincolarsi già a giugno di quest’anno, con soli 30 giorni di preavviso. Niente clausola rescissoria, dunque. E non si parla di spiccioli, ma di ben 700 milioni di euro. In meno. Cifra che nessuno potrebbe permettersi, a differenza – invece – del solo ingaggio.
5 – La voglia di investire dei nuovi patron stranieri. Meno passione e romanticismo, ma più risorse e solidità economica. E’ quella che pian piano stanno (im)portando con sé tutti i colossi oltreoceano che hanno deciso di investire nel calcio italiano: da Suning a Commisso passando per Friedkin. E poi, è evidente, l’entusiasmo iniziale può portare a fare follie…
6 – E’ qui che arriviamo alla fatidica domanda: chi, in Italia, potrebbe effettivamente permetterselo? Facile pensare: Juventus e Inter. Ma, appunto, bisognerebbe considerare il punto sopra. C’è un Commisso vulcanico. Potrebbe esserci un Friedkin voglioso di fare. Senza dimenticare un De Laurentiis che vuole rifondare e ringiovanire la rosa, magari decidendo di scegliere una stella a fare da chioccia, sulla scia di un signore di nome Diego…
7 – Considerazione, quella sopra, solo ed esclusivamente dal punto di vista economico. E per quanto riguarda le intenzioni? In questo caso, forse, il raggio si ridurrebbe notevolmente. Ad una sola squadra: l’Inter. Motivo? Alla Juve, in questo momento, non servirebbe, per il grandioso potenziale offensivo. Per quanto riguarda Roma, Napoli e Fiorentina, invece, il rischio che non partecipino alla Champions il prossimo anno potrebbe risultare determinante in negativo.