Ferruccio Valcareggi, giocò durante un bombardamento. Da ct venne mandato a quel paese da Chinaglia in mondovisione

Si rinnova l'appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Ferruccio Valcareggi, ex ct della Nazionale italiana

CalcioWeb

Quindici anni da calciatore con 395 partite giocate, 91 gol realizzati; 23 da allenatore, di cui nove alla guida della Nazionale. Parliamo oggi di Ferruccio Valcareggi. Nato a Trieste il 12 febbraio 1919, viene tesserato per la Ponziana, una squadretta rionale che affronta e batte 7-0 i ragazzi della Triestina. Una settimana dopo passa proprio alla Triestina. Nel campionato 1934-35 gioca nelle riserve e nel marzo 1938, diciannovenne, debutta nel grande calcio contro il Genoa. Tre stagioni con la Triestina, una sola assenza per squalifica perché espulso, unico cartellino rosso in carriera. Nel 1940, rientrato a Trieste dal servizio militare, apprende di essere stato ceduto alla Fiorentina per 200.000 lire più Tagliasacchi e Simontacchi.

In maglia viola forma con Baldini, Ellena e Poggi un quadrilatero di lusso. Nel 1943 a causa della guerra il campionato viene sospeso. Gioca qualche torneo regionale e viene ingaggiato dal Milan per il derby. Durante la partita, con l’Arena zeppa di spettatori, suonano le sirene per avvertire del pericolo di un bombardamento aereo. Ma la partita prosegue, il Milan vince e Valcareggi rientra a Firenze con un premio di 650 lire. Da qui andrà a Bologna, sua nuova squadra. Nel 1947 tornerà alla Fiorentina. Poi Vicenza, Lucchese, Brescia e Piombino. In quest’ultima avventura ricopre il ruolo di giocatore-allenatore. In seguito guiderà anche Prato, Atalanta, Fiorentina, Verona, Roma, l’Italia B. L’avventura più importante sarà però, senza ombra di dubbio, quella con la Nazionale italiana maggiore.

Dopo la disfatta dell’Italia ai Mondiali del 1966 in Inghilterra, Valcareggi assume l’incarico di c.t. insieme, per le prime due partite, a Helenio Herrera. Poi da solo. Conferma, nelle sue linee essenziali, la squadra costruita da Fabbri. Tra le poche novità le convocazioni dei napoletani Juliano e Bianchi e dello juventino De Paoli. Nel 1968 conquista il titolo europeo battendo, in una doppia indimenticabile finale la Jugoslavia. Primo e unico titolo continentale per l’Italia. Ai Mondiali del 1970 arrivò un ottimo secondo posto ma le difficoltà nella gestione del gruppo, la staffetta tra Sandro Mazzola e Gianni Rivera e soprattutto l’impiego ridotto del milanista nella finale di Città del Messico costarono a Valcareggi molte critiche. Al rientro a Roma Valcareggi è costretto a lasciare l’aeroporto su un cellulare della polizia. Il Mondiale del 1974 non andò bene e Valcareggi lasciò la guida della Nazionale.

Un clamoroso episodio è legato a Valcareggi e al Mondiale del 1974. Il match che apre l’avventura azzurra non sembra proibitivo: di fronte c’è Haiti, alla prima partecipazione a una fase finale. In attacco c’è anche Giorgio Chinaglia, laureatosi campione d’Italia con la Lazio un mese prima. All’Olympiastadion di Monaco il primo tempo contro gli haitiani si chiude a reti inviolate grazie al portiere Francillon ma anche all’imprecisione degli azzurri. Chinaglia si mangia un gol. Ad inizio ripresa Haiti a sorpresa va in gol: Vorbe serve in profondità Sanon che dribbla Zoff e segna. Il portiere azzurro perde la sua imbattibilità dopo 1133 minuti. Riva pareggia al 52′, una conclusione di Benetti deviata da Augustine dà il vantaggio al 66′. Valcareggi sostituisce Chinaglia, che non serve Riva meglio piazzato di lui davanti alla porta. Giorgione non ci sta e manda Valcareggi a quel paese in mondovisione. Al posto di Chinaglia entra Anastasi (scomparso il mese scorso, ndr) che segna il definitivo 3-1. Il rapporto tra Chinaglia e la maglia azzurra non si sanerà più e quel gesto passerà alla storia.

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