Ha giocato con Napoli, Parma, Inter, Juventus, Real Madrid e Al Ahli Dubai. Da calciatore ha vinto: 1 Coppa Uefa, 2 campionati spagnoli e 1 Supercoppa di Spagna, 1 Supercoppa Italiana e 2 Coppa Italia. In Nazionale sono arrivati due Europei Under 21 e soprattutto il Mondiale del 2006, anno in cui vinse anche il Pallone d’Oro. Stiamo parlando, ovviamente, di Fabio Cannavaro che, in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”, ha trattato diversi temi. In primis la lotta a tre per lo scudetto, analizzando in particolare le difficoltà della Juventus.
«I bianconeri sono sempre i più forti. Ma da qualche gara stanno faticando e i nerazzurri sono in crescita. La squadra di Simone Inzaghi sulla carta ha meno frecce all’arco ma i numeri sono dalla loro. Per fortuna dopo anni parliamo di un campionato più equilibrato e con un esito che non è scontato. Sono convinto che Sarri dopo l’esperienza in Premier, al Chelsea, sia maturato e sappia gestire meglio tutti i campioni che ha. Rispetto al passato, però, la Juve sta subendo troppi gol. Anche i due presi a Verona denotano limiti nella fase difensiva. Capisco che per chi vince da anni in Italia sia più difficile restare concentrati al Bentegodi, rispetto al Bernabeu. Ma bisogna cambiare questi numeri. Per il campionato, ma soprattutto per la Champions: se subisci tanto in fondo non ci arrivi. Ma sono convinto che con il rientro di Chiellini ritroveranno gli equilibri migliori».
Anche l’Inter è un’ex squadra di Cannavaro.
«Prima si parlava di Antonio Conte come valore aggiunto, ma da gennaio la società ha rinforzato tantissimo la squadra. Ora l’unica differenza la fa la continuità di rendimento, che l’Inter sta acquisendo. Avesse avuto questi uomini in estate, Antonio non avrebbe fallito la qualificazione agli ottavi di Champions. Peccato, però per lo scudetto è in corsa, come per le Coppe. Una vittoria come quella del derby fa lievitare l’autostima del gruppo nel lavoro impostato da Conte. Sono convinto che mai come in questa stagione il campionato possa decidersi nello scontro diretto del primo marzo. Le distanze sono minime e per fortuna il finale non è già scritto come negli ultimi anni. E chi uscirà quella sera vincitore avrà un’autostima che potrà spingerla fino allo scudetto».
La Lazio, a detta di Cannavaro, non è destinata a durare.
«Ha un grandissimo Ciro Immobile finalizzatore e uno bravo come Luis Alberto nel vedere e creare gioco, oltre a una difesa solida che subisce pochissimo. Ma la rosa è ristretta rispetto alla concorrenza e non credo che possa tenere il ritmo fino in fondo. Domenica lo scontro diretto con l’Inter servirà soprattutto alla Lazio per rendersi conto fin dove potrà arrivare».
Qualche battuta anche sul suo Napoli.
«Rino Gattuso sta facendo un grande lavoro. Ma sinceramente è complicato. Sta cercando di ridare intensità e ritmo da tempo smarriti, e non so il perché, con Carlo Ancelotti. Del resto dopo 15 anni questa è la prima stagione “sbagliata” con De Laurentiis. Può capitare: niente drammi e si riparte. Gli acquisti di gennaio mi sembrano interessanti. Il Barcellona? Diciamo che gli azzurri se la possono giocare, ma i catalani restano favoriti. Quello del Barça è un ciclo che si sta chiudendo. Ma attenzione quando hai uno come Messi, magari ti segna 5 gol in 2 partite o piazza 3 assist come domenica a Siviglia e la crisi la supera da solo, come tante altre volte. Vedo più possibilità per l’Atalanta col Valencia».
C’è la possibilità di vedere Messi in Serie A.
«A me piacerebbe vederlo con un’altra maglia. E con la nuova fiscalità in Italia ci si può provare. L’Inter mi pare la meglio
attrezzata per il colpaccio. No. Loro sono fortissimi, ma contano le infrastrutture e ancora siamo dietro a Premier, Liga e Bundesliga. Abbiamo tanto da lavorare».
In Cina è esplosa l’epidemia del coronavirus.
«Ho sentito tante inesattezze, per così dire, su quanto sta succedendo lì. Cattiva informazione.Posso assicurare che i cinesi stanno dimostrando una capacità organizzativa eccezionale e non parlo solo dell’ospedale costruito in pochissimi giorni a Wuhan. I controlli sono capillari. Mi è capitato di essere sottoposto a controlli della temperatura a Guangzhou – ben lontani dall’epicentro – in banca e persino a un casello dell’autostrada. Ho sentito in Italia insulti nei confronti dei cinesi. Credo che un Paese da un miliardo e mezzo di cittadini, meriti più rispetto. Noi con l’Evergrande, in attesa che in primavera riprenda l’attività, ci prepareremo a Dubai. Presto tornerò in Cina senza paura. Anzi sono impaziente visto che il club in due anni ha completato un centro sportivo che è un gioiello nel quale non vedo l’ora di allenare».