José Mourinho è uno degli allenatori più amati e odiati degli ultimi 20 anni. Idolo indiscusso per Porto e Inter, ha conquistato la Champions con entrambe le squadre. Storico il “Triplete” con i nerazzurri. Tante le esperienze gratificanti in carriera come quella al Chelsea, qualche insuccesso come ad esempio a Manchester. Sulla panchina dei Red Devils le cose non sono andate benissimo anche se è arrivata un’Europa League. Mourinho è un personaggio specialmente fuori dal rettangolo verde. Hanno fatto discutere alcune sue conferenze stampa e alcune sue uscite. Chi non ricorda la presentazione all’Inter con il celeberrimo “Ma io non sono pirla”?. Oggi lo Special One è l’allenatore della Roma. Andiamo a ripercorrere la sua carriera attraverso 10 delle sue storiche frasi.
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- “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”.
- “Posso lavorare di più. Quello che invece non posso fare sono i miracoli: io non sono Merlino o Harry Potter”.
- “Solo uno tra ventuno non voleva darmi la laurea honoris causa, ma è normale, anche Gesù non piaceva a tutti”.
- “Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia meglio di me”.
- (Conferenza di presentazione al Chelsea): “Vi prego di non chiamarmi arrogante, ma sono campione d’Europa e credo di essere speciale. Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto: una bella sedia blu, una Champions League, Dio, e dopo Dio, io”.
- (Conferenza di presentazione all’Inter): Domanda: “Pensa che Lampard potrebbe trovarsi bene nel calcio italiano?”Mourinho: “Perché mi chiedi di un giocatore del Chelsea?”Domanda: “È un modo furbo di riproporre il tema che lei ha appena evitato”. Mourinho: “Sì, sììì… Ma io non sono pirla”.
- (Replica a Pietro Lo Monaco, a.d. del Catania, che aveva detto: “Mourinho è da prendere a bastonate sui denti): “Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità”.
- Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali”.
- (Polemiche dopo un rigore concesso alla Juve): “Area di venticinque metri ce n’è solo una in Italia”.
- (Conferenza post Real-Barcellona 0-2, semifinale d’andata di Champions League): “Se io dico a lei e alla Uefa quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E siccome non posso dire quello che sento, ho solo una domanda. E spero, un giorno, di avere una risposta. La domanda è: perché? Perché? Perché Ovrebo? Perché Busacca? Perché De Bleeckere? Perché Frisk? Perché Stark? Perché? Perché ad ogni semifinale accade sempre lo stesso? Perché Ovrebo da tre anni? Perché il Chelsea non è potuto andare in finale? Non so se è la pubblicità dell’Unicef, non so se è il potere del signore Villar all’interno della Uefa”.