Tardelli: “Mi candido per la presidenza dell’Aic”. Poi si parla di Ibrahimovic e del Pallone d’Oro

Marco Tardelli, ex centrocampista di Juventus e Nazionale, ha parlato è stato intervistato da "La Gazzetta dello Sport". Tanti gli argomenti trattati

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Intervista de “La Gazzetta dello Sport” all’ex centrocampista di Juventus e Nazionale Marco Tardelli, campione del mondo nel 1982. Si parte dalla situazione attuale dell’Associazione Italiana Calciatori: “Aic in difficoltà, l’atleta deve essere al centro. Mi sono confrontato con Tommasi e sono motivato nel raccogliere la sua positiva eredità. Campana, presidente dal ‘68 al 2011, raggiunse grandi traguardi grazie al suo coraggio: ciò che oggi manca. Ci sono troppe fazioni, altrettanti problemi: manca il confronto, che va allargato. Penso anche al razzismo, del quale si parla senza agire. Tocca al calciatore: se necessario, deve abbandonare il campo. Bravo Balotelli: “È uno schifo, non giochiamo”, questo deve essere il messaggio. I giocatori possono entrare nella testa e nel cuore della gente come nessuno”.

Ecco che, su suggerimento di Zoff, nasce l’idea della candidatura per la presidenza Aic. Tardelli dice: “Impossibile non ascoltare Dino Zoff. Ne parlammo anni fa, ma non era il momento: ora sono pronto. Mi candido, non ho paura: se non ci provi perdi in partenza. Viaggerò per guadagnare voti, i calciatori hanno bisogno di assolute certezze”.

Tardelli ha già in mente alcuni punti su cui lavorare: “Oltre a unire l’Associazione, favorirei il post-carriera: tanti faticano ad aiutare se stessi e le famiglie dopo aver smesso. E tutelerei le categorie inferiori e il calcio femminile, che deve essere al livello di quello maschile. Lo step decisivo? Rendere le donne professioniste. Siamo ancora troppo indietro per strutture e diritti televisivi”.

Si passa poi ad analizzare la Serie A. Si inizia da Inter e Juventus: “Conte è una garanzia, con qualche acquisto pesante potrebbe lottare per lo scudetto. Alla Juve criticavano Allegri, per il gioco. E io non capivo, Max è un bravo tecnico che sa adattarsi alle caratteristiche della rosa. Maurizio ha un certo credo: serve pazienza per incidere”. Sul reparto offensivo delle due squadre Tardelli aggiunge: “Da una parte c’è un paradosso: i migliori sono Dybala e Higuain, in vendita in estate. Dall’altra Lautaro e Lukaku: i numeri danno ragione a loro”.

Momento complicato per Cristiano Ronaldo e Buffon: “Ronaldo ha 34 anni, ma è unico: assurdo pensare che sia alla frutta. Zoff avrebbe potuto andare avanti, per Gigi è lo stesso: fisicamente e tecnicamente non si discute. Gli errori capitano, indipendentemente dall’età”.

Il Pallone d’Oro è andato a Messi, ma Tardelli avrebbe scelto diversamente: “L’avrei dato a Salah”.

Si esaminano poi altri temi legati alla Serie A, da Ibrahimovic alla crisi del Napoli, dal Cagliari alle romane: “Ibra potrebbe dare tanto. Tuttavia, se andasse in panchina, vorrei vedere la sua reazione. Il Napoli ha vari problemi, punto su Ancelotti: la soluzione è lui. Il Cagliari può ancora sorprendere, ma per la Champions è difficile. Le romane sono favorite insieme all’Atalanta. Ho un debole per Gasperini”.

Si chiude con uno sguardo al possibile erede di Tardelli. Uno dei talenti emergenti è Barella: “Mi piace Barella, spero non si offenda, ma nessuno mi somiglia come Marchisio”.

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