Che cos’è il razzismo? Il termine razzismo, nella sua accezione più semplice, richiama all’idea che la specie umana possa essere divisa in razze differenti e distinte dal punto di vista etico, intellettivo, culturale. Così che, quasi in maniera automatica, si formasse una scala gerarchica che considera una razza superiore o inferiore ad un’altra. Questo termine, diffusosi più che altro nella storia recente, ha portato nel corso del tempo ad episodi di violenza più o meno conosciuti, tra cui il ben noto Olocausto operato dal governo nazionalsocialista tedesco. Il terribile sterminio della Germania nazista nei confronti degli Ebrei d’Europa e di tutte quelle razze definite inferiori come rom, sinti, testimoni di Geova, omosessuali, portatori di handicap fisici o mentali. Esattamente tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista e i loro alleati crearono più di 40.000 campi di concentramento e altre strutture carcerarie. Questi campi furono usati per diversi scopi, tra i quali i lavori forzati, la detenzione di chi era considerato nemico dello Stato, e l’eliminazione in massa dei prigionieri.
Qui Ebrei e Rom venivano uccisi con i gas di scarico di furgoni che erano stati appositamente modificati. I Nazisti costruirono le camere a gas (cioè ampi vani in cui i prigionieri venivano uccisi con il gas velenoso) per attuare lo sterminio in modo efficiente, ma anche perché questo metodo rendeva il processo più impersonale per coloro che dovevano portarlo a termine. Il sottocampo di sterminio di Birkenau, che faceva parte del complesso di Auschwitz, era dotato di quattro camere a gas, nelle quali, durante il periodo in cui le deportazioni raggiunsero la maggiore intensità, furono uccisi fino a 6.000 Ebrei al giorno. Gli Ebrei che vivevano nelle zone occupate dai Nazisti venivano spesso prima deportati in campi di transito, che rappresentavano, di solito, l’ultima fermata prima della deportazione nei campi di sterminio. Milioni di persone furono imprigionate e subirono maltrattamenti e abusi nei campi di concentramento nazisti. Sotto la direzione delle SS, i Tedeschi e i loro collaboratori assassinarono, nei campi di sterminio, più di tre milioni di Ebrei. Solo un piccolo numero di coloro che furono imprigionati in quei campi riuscì a sopravvivere.
Cosa c’entra qui il razzismo?
Vi starete chiedendo, perché abbiamo aperto così questo articolo? Perché la nostra intenzione è di andare a ricercare l’origine del fenomeno, oltre che di descriverne i suoi tratti più crudi e duri. Quei tratti in cui sfociò lo sterminio di cui sopra e che nulla hanno a che fare con un titolo di giornale. Un titolo di giornale, peraltro, di un quotidiano sportivo.
Il ‘Black Friday’ del Corriere dello Sport e la superficialità del web
Già. Ma davvero pensiamo realmente che un titolo di giornale come ‘Black Friday’ possa essere considerato a sfondo razzista? Ci riferiamo ovviamente alla prima pagina del Corriere dello Sport di oggi, che ha alzato un polverone esagerato e… superficiale. Sì, superficiale. Superficiale come tutti coloro i quali si sono limitati semplicemente a leggere quelle due belle parole in grande tra Lukaku e Smalling. E basta. Si sono fermati lì, iniziando ad inveire contro il giornale, l’autore e il direttore sui social. Come accade spesso, praticamente, in questi casi. Sarebbe bastato alzare o abbassare gli occhi di qualche centimetro per soffermarsi sul sottotitolo: “Scudetto e Champions in offerta, (Lukaku e Smalling, ndr) hanno imparato a stimarsi, hanno preso posizioni forti contro il razzismo”. Bene. Il razzismo, esattamente, dov’è? Anche sforzandosi, diventa difficile provare a trovare contorni razzisti in una frase del genere. In prima pagina, due tra i calciatori più rappresentativi delle squadre con accanto la frase “hanno preso posizioni forti contro il razzismo”. E parlate di razzismo? Restando a Roma, “ma che davero?”
L’autogol degli utenti…
Anche perché, tra l’altro, ‘friday’ sappiamo tutti significhi ‘venerdì’. La gara si gioca di venerdì e… toh, la grande scoperta. Sfogliando appena soltanto una pagina di giornale – ma se proprio non stanca eh, non è un obbligo -ecco trovare “Un venerdì da leoni”. E poi l’incipit: “Alla faccia degli scemi che fanno ‘buu’, domani tutti dovremmo fare ‘oooh’ (come i bambini)”. Una semplice operazione, pochi secondi di lettura e tutto il falso perbenismo scompare. Ma è difficile, lo capiamo. E’ più facile farsi trasportare dall’onta della superficialità per qualche secondo di celebrità e qualche like. E’ il mondo del web.
… dei club e degli addetti ai lavori
Ma, quantomeno, ci saremmo aspettati una diversa posizione da parte delle società. Di quelle stesse società interessate. Per Inter e Roma, infatti, l’autogol è forse anche più grave del commento di un semplice utente. “Nessuno: (parla ndr.). Assolutamente nessuno: (dice nulla ndr.) Nemmeno un’anima viva: (dice qualcosa ndr.)”, posta la Roma su Twitter allegando la prima pagina del Corriere. “Il calcio è passione, cultura e fratellanza. Siamo e saremo sempre contro ogni forma di discriminazione”, scrive invece l’Inter. Già, discriminazione. Ma, ripetiamo, quale? La Fiorentina allega invece alla foto della prima pagina la didascalia “Speechless” (senza parole, ndr). “Da italiano mi vergogno di leggere un titolo del genere” dice l’agente di Romelu Lukaku, Federico Pastorello.
Titoli di giornale ‘da interpretare’: tutti i casi del passato
Che poi, la volete sapere una cosa? Il passato recente si è circondato di titoli di giornali molto simili, per significato e idea molto vicini a quello odierno, che non hanno attirato così tanto le ire degli utenti così come in questo caso. Come non ricordare “Il pastore tedesco”, nome con cui fu soprannominato Papa Ratzinger da ‘Il Manifesto’ il giorno dopo il suo annuncio pontificio. O anche, sempre da ‘Il Manifesto’, il titolo ‘L’uomo nero’ in riferimento a Barack Obama. Tutte frasi che, se lette ed interpretate a piacimento e con superficialità, possono far intendere altro. Ma che in realtà, se correttamente approfondite, rivelano solamente l’originalità degli autori.
L’originalità del Corriere dello Sport: chapeau!
Originale è quindi, per chiudere il cerchio, il titolo ‘Black Friday’. Originale per l’idea, originale per il periodo (il reale periodo di saldi ma anche il tanto rumore che di recente sta facendo il fenomeno razzismo nel calcio), originale per la scelta dei tempi e dei modi. Per tutto. Chapeau Corriere dello Sport!
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