“Black Friday”, adesso si esagera: Roma e Milan vietano l’accesso ai giornalisti del Corriere, l’unico gesto fascista di questa storia

Un titolo innocente ha scatenato l'inferno. Il Corriere dello Sport è finito sotto i riflettori per la scelta di presentare Inter-Roma come "Black Friday"

CalcioWeb

La Roma e il Milan chiudono le porte dei centri di allenamento, Trigoria e Milanello, ai giornalisti del Corriere dello Sport dopo le polemiche sul titolo di apertura di oggi, ‘Black Friday‘, in cui presentava la sfida di domani Inter-Roma con le foto dei due principali giocatori di colore delle due squadre, Lukaku e Smalling. Questo il comunicato delle due società a tal proposito: “Crediamo che tutti i giocatori, i club, i tifosi e i media – scrivono in un comunicato congiunto Roma e Milan – debbano essere uniti nella lotta contro il razzismo nel mondo del calcio ed è responsabilità di tutti noi essere estremamente precisi nella scelta delle parole e dei messaggi che trasmettiamo. In risposta al titolo “Black Friday” pubblicato oggi dal giornale, la Roma e il Milan hanno deciso di negare al Corriere dello Sport l’accesso ai centri di allenamento per il resto dell’anno e hanno stabilito che i rispettivi giocatori non svolgeranno alcuna attività mediatica con il giornale durante questo periodo. Entrambi i club sono consapevoli che comunque l’articolo di giornale associato al titolo “Black Friday” contenga un messaggio antirazzista ed è questa la ragione per la quale sarà vietato l’accesso al Corriere dello Sport solo fino a gennaio. Restiamo totalmente impegnati nella lotta contro il razzismo”.

Ora basta! Si sta esagerando! Si sta creando una polemica per nulla. Un titolo innocente, antitesi del razzismo. Un titolo che difende la diversità, il multiculturalismo, come ha spiegato il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni: “Bianchi, neri, gialli. Negare la differenza è il tipico macroscopico inciampo del razzismo degli antirazzismi. La suburra mentale dei moralisti della domenica, quando anche giovedì è domenica. “Black Friday”, per chi vuole e può capirlo, era ed è solo l’elogio della differenza, l’orgoglio della differenza, la ricchezza magnifica della differenza. Se non lo capisci è perché non ce la fai o perché ci fai. Un titolo innocente, peraltro perfettamente argomentato da Roberto Perrone, viene trasformato in veleno da chi il veleno ce l’ha dentro”.

Tutti indignati. Ogni pretesto è buono per parlare di razzismo. La gente, purtroppo, si ferma alla copertina per giudicare il libro. Un titolo come “Black Friday” non può essere giudicato solo dalle apparenze. Ma chi ha letto l’articolo, sempre meno gente, sa che il pezzo pubblicato oggi sul Corriere dello Sport non è razzista, anzi. Si parte da Inter-Roma per fare poi una riflessione più profonda su ciò che è accaduto negli ultimi mesi. Gli ululati a Lukaku a Cagliari, i buu a Balotelli a Verona, ancora cori, stavolta accennati, all’indirizzo dell’attaccante dell’Inter a Praga.

“Si gioca un grande Black Friday, ma non sono saldi di fine stagione, semmai scampoli di uno scudetto da vivere tutta la stagione. Guardiamo Inter-Roma attraverso la sfida personale, considerati i rapporti ma anche i ruoli in campo, di due colossi di colore, di due dei campioni più importanti non solo dal punto di vista tecnico ma anche morale, esemplare, arrivati in estate”. Queste le prime righe dell’articolo. Basterebbero queste poche righe, a chi ci è arrivato, per capire che non c’è nulla di razzista. Ma purtroppo la gente si ferma al titolo, troppo spesso. O peggio ancora si allinea alla massa. Se uno parte sul web a gridare allo scandalo preferiamo diventare tanti pecoroni che seguono il gregge senza ragionare con la nostra testa.

“Ma in quale civiltà viviamo?”, “stavolta l’hanno fatta davvero grossa, che sia razzista o no, è comunque un titolo vergognoso. L’editore del Corriere dello Sport dovrebbe chiedere scusa”. Ma scusa di cosa? Di aver partorito un titolo intelligente, carino, geniale. Ma se alle critiche degli imbecilli ci abbiamo fatto il callo non si riesce a capire la reazione di Roma e Milan. Allontanare i giornalisti del Corriere è un attacco spudorato alla libertà di stampa. Se non sono cambiate le cose nelle ultime ore siamo ancora in un Paese libero, in cui ognuno può esprimere le proprie idee. Che colpa hanno dei giornalisti originali, creativi con i titoli? E perché penalizzare anche chi quell’articolo (per nulla malvagio) non l’ha firmato? Si colpiscono tutti. Si fa di tutta l’erba un fascio. E’ questa decisione l’unico gesto fascista che troviamo nella vicenda. E’ facile fare i leoni da tastiera così come è facile scadere nell’indignazione, farsi paladini della giustizia. Il razzismo va combattuto, su questo non c’è alcun dubbio, ma dove c’è. E nel caso specifico del Corriere non ve n’è alcuna traccia.

Critiche che sono arrivate anche dall’estero. “L’Italia è un Paese razzista, non c’è da stupirsi” è solo uno dei messaggi del web. L’Equipe, la BBC e tanti altri ad attaccare. A partire in quarta, ad allinearsi alla massa. Senza approfondire, senza leggere, senza capire. E’ una follia. Ma forse sforzarsi a sfogliare pagina è chiedere troppo. E allora si preferisce essere superficiali. Domani si giocherà la partita tra Inter e Roma. Dagli spalti vorremmo sentire levarsi un coro che faccia “‘oooh’ (come i bambini)” e non “buu come gli scemi”. Proviamo a voltare pagina, se ci riusciamo.

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