Nato a Gladsaxe, in Danimarca, nel 1963, Peter Schmeichel è stato in grandissimo protagonista del calcio, considerato uno dei portieri più forti di sempre. Ebbe anche la cittadinanza polacca, mantenendola fino al 1970. Fino a 24 anni la sua carriera non decollò. Fu per questo che Schmeichel si dedicò anche ad altri lavori: operaio in una fabbrica tessile, aiuto in una casa di cura e in aziende pubblicitarie. Proprio all’età di 24 anni arrivò una prima svolta della sua carriera con la firma per il Brondby. Nel 1987 debuttò anche in Nazionale. Fu il Manchester United a notarlo e a volerlo fortemente. All’Europeo del 1992 fu assoluto protagonista della storica vittoria danese.
Arrivato allo United, Schmeichel scoprì che i portieri venivano fatti allenare distante dal resto della squadra. Si battè e riuscì ad ottenere che anche gli estremi difensori facessero parte del gruppo. Nel 1992-93, quando il club vinse il campionato per la prima volta in ventisei anni, Schmeichel mantenne la rete inviolata per ben ventidue volte. A favorirlo nei suoi interventi fu il suo passato da portiere di pallamano, sport nazionale in Danimarca. Nel 1998-1999 annunciò che a fine stagione avrebbe abbandonato il Manchester United. Non prima di riuscire a vincere una storica Champions League con un assist di testa per il primo gol contro il Bayern Monaco in finale.
Nella stagione 1999/2000 passò ai portoghesi dello Sporting Lisbona, club in cui militò per due stagioni conquistando un titolo portoghese. Tornato in Inghilterra nel 2001 nelle file dell’Aston Villa, diventò il primo portiere a segnare un gol in Premier League il 20 ottobre di quell’anno realizzando un gol su azione contro l’Everton. Chiuse poi la carriera al Manchester City. Suo figlio Kasper ha seguito le sue orme. Ha esordito con il Manchester City, ha poi girato Inghilterra e Scozia con vari prestiti, prima di diventare una colonna del Leicester e della Nazionale danese. Assoluto protagonista della cavalcata delle Foxes di Ranieri nel 2015-2016.
Curioso episodio raccontato dall’ex compagno di squadra di Schmeichel Roy Keane. Una vera e propria rissa tra i due, molto prestanti, due armadi: “In passato ho fatto a botte con qualche giocatore. Con Peter Schmeichel, in un hotel. Erano circa le 4 del mattino: Ferguson disse che eravamo entrambi una disgrazia ma siamo andati avanti, non ha mai influito sul nostro rapporto da compagni di squadra“.