Pioli al Milan, il parere di Prandelli: “E’ un bravo sarto, mi piace perché non è legato ad una sola idea”

L'ex allenatore del Genoa, Cesare Prandelli, ha parlato di Stefano Pioli, neo-tecnico del Milan, defindendolo un sarto che sa lavorare ogni stoffa

CalcioWeb

L’ex ct della Nazionale ed ex allenatore del Genoa, Cesare Prandelli, intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, ha detto la sua sull’approdo di Stefano Pioli sulla panchina del Milan: “Anche io, come Pioli, sono stato etichettato come un Normal One. E ne vado fiero. Vuol dire essere persone serie, equilibrate, preparate. E pazienza se non buchiamo il video, se non abbiamo atteggiamenti clamorosi, se non alimentiamo dibattiti con il nostro comportamento. Noi siamo allenatori di calcio, non attori”.

Prandelli conosce bene Pioli avendolo avuto come compagno di squadra ai tempi della Juventus e avendolo poi osservato da vicino alla Fiorentina.

“Un giovane di talento nel ruolo di difensore centrale, aveva anche piedi buoni. Lui è un sarto creativo. Non è un tecnico legato a una sola idea di gioco. Come sono molti allenatori anche di primo livello. Pioli ha grandi conoscenze in materia calcistica. Questo gli permette di adattarsi al materiale che gli viene messo a disposizione dalla società. Il Milan ha fatto bene ad affidarsi a Pioli. Perché lui è rapido a trovare soluzioni. E quindi anche se entra a campionato in corso può incidere subito”.

Prandelli ha parlato anche dei motivi del fallimento di Giampaolo.

“Vedendo da fuori la squadra rossonera ho maturato questo pensiero: Giampaolo ama un calcio ragionato mentre nel Milan c’erano tutti giocatori istintivi. Difficile trovare un punto d’incontro. Resta il fatto che stiamo parlando di una figura che merita al cento per cento l’etichetta di maestro del nostro sport”.

Poi si torna a parlare del Pioli della Fiorentina.

“Vorrei partire da una sottolineatura che è umana e non tecnica. Stefano è stato fantastico nel gestire insieme al suo spogliatoio la tragedia della morte di Davide Astori. Pioli è un uomo vero. E nella mia classifica dei valori l’uomo viene prima del professionista e del personaggio. Mi aveva colpito l’idea di aprire i due esterni alti e, all’occorrenza, di riproporne uno più dentro il campo. È successo con Federico Chiesa e potrebbe succedere con Suso. E poi la difesa a tre e mezzo. La rotazione dei giocatori che componevano il reparto. Anche questo può essere un qualcosa da riproporre nel Milan. Ma, lo ripeto, Pioli è un sarto che trova sempre il modo di cucire il vestito giusto alla squadra che allena. E, sia chiaro, lui sa lavorare con il cashmere ma anche con la stoffa più semplice”.

La nuova sfida è il Milan.

“È una squadra che ha interpreti importanti in tutti i ruoli. Certo, ci vuole un po’ di tempo per assemblarli e trovare un’identità comune. Ma il Milan può ambire a traguardi di ottimo livello. L’importante è non pretendere tutto e subito. La società deve far lavorare Stefano. Dovrà dare un’anima al Milan. Il campionato è appena iniziato, niente è compromesso. La squadra rossonera può guardare in alto. Senza esagerare, però. Sono contento che Stefano dopo la fine del rapporto con la Fiorentina abbia ora l’occasione di tornare a lavorare in una dimensione prestigiosa. Se lo merita”.

Infine, un pensiero su Boban e Maldini.

“Per un allenatore è importante poter dialogare con elementi che hanno competenza calcistica. Boban e Maldini ne hanno di sicuro. Poi, nel calcio come nella vita ci possono essere delle opinioni differenti. Auguro a Stefano di avere, all’interno del Milan, conflitti tecnici, tanto riuscirà di sicuro a superarli, confrontandosi con tutto il mondo Milan nel modo giusto”.

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