Buffon a 360°: “Conte? Capisco i tifosi, ma non si deve dimenticare. Sarri è pignolo, senza Psg avrei smesso”

Gigi Buffon ha parlato da Trento, dove è ospite del Festival dello Sport. Dalla Nazionale a Cristiano Ronaldo fino a curiosi retroscena

CalcioWeb

Ospite del Festival dello Sport a Trento, Gigi Buffon ha parlato ai microfoni di Sky Sport di diversi argomenti. Si inizia dalla Nazionale di Mancini.

“Mancini sta lavorando benissimo su ragazzi che hanno un grandissimo talento e ora hanno la convinzione di farlo vedere. È un grandissimo risultato, merito a tutti loro”.

Si passa poi a Conte, visto come un traditore dai tifosi juventini.

“Capisco che possa esserci rimasto male, ma il tifoso deve partire dal presupposto che Conte è stimato perché per la Juve e per la Nazionale ha dato tutto se stesso. E quando uno dà il massimo, con correttezza e ottenendo risultati, non gli si può rimproverare nulla. Poi le scelte professionali possono anche essere discutibili, ma ricordiamoci di tutto quello che ha dato alla Juve, che è tanto. E tanto ha ricevuto dalla Juve. Lui gente come me hanno dato tanto e ricevuto gratificazioni inimmaginabili”.

Buffon ha parlato anche di allenatori.

“Maurizio Sarri il più pignolo, nonostante ci conosciamo solo da tre mesi. Ulivieri e Allegri sono stati i più simpatici. Scala è stato il più serio, lo percepivo il padre-padrone di quel Parma, Ancelotti l’allenatore al quale devo di più: se Scala ha avuto la follia di farmi esordire giovanissimo, Carlo la fece più grande e dopo due mesi dal suo avvento mi fece scalare le gerarchie e mi mise davanti a Bucchi, che era un portiere della Nazionale. Divenni titolare dopo cinque-sei partite e quella è stata la mia consacrazione”.

Qualche parola sul rapporto con Bonucci e Chiellini.

“Voglio loro bene, ci lega un rapporto speciale. Con loro nessuna impresa sembra impossibile”.

Buffon torna sull’esperienza con il Psg.

“Ho fatto un anno strepitoso a Parigi come esperienza, mi ha migliorato e fatto diventare una persona più completa. Era un’esperienza di cui avevo bisogno dopo 40 anni vissuti in un certo. Uscivo dalla mia comfort zone, mettendomi alla prova in un ambiente nuovo, non era scontato che sarei riuscito ad adattarmi così bene. Ringrazierò per sempre il Psg, anche perché se non ci fossero stati loro avrei smesso“.

Si parla anche del ritorno alla Juve.

“Sul mio ritorno a Torino ha pesato anche la responsabilità di essere padre, una sera ero a casa e mi sono detto: ‘Sono qui a Parigi, non ci sono i tuoi figli, non c’è tua moglie, cosa stai facendo?’. E nel giro di un mese ho comunicato al Psg le mie necessità. Con la Juve stavamo già pensando a qualcosa di futuristico. Ho pensato che la chiusura della mia carriera con la Juve – ha aggiunto Buffon – con miei compagni, i tifosi, la dirigenza di sempre, persone con cui ho condiviso tutto, era più importante di quello che poteva essere il mio desiderio di ributtarmi in un’altra sfida. C’erano altre possibilità di andare all’estero, ho accettato, seppur con ruolo di campo con meno responsabilità ma che mi dà tanta soddisfazione, quello che mi interessa è sentire la stima di tifosi, giocatori, dirigenza”.

Qualche retroscena su Cristiano Ronaldo.

“Ma che cavolo di gol mi ha fatto? Nonostante la frustrazione non potevo non riconoscere un gesto incredibile. Io gli chiedo, ma quanti anni hai? E lui mi ha risposto: ’33, non male vero?’. Dopo aver fatto l’anno a Parigi e aver giocato con due futuri Palloni d’Oro come Neymar e Mbappé, al capolinea della mia carriera ho avuto la fortuna di giocare anche con Ronaldo. È un modo di misurarsi, perchè giocare con i migliori ti fa capire quello che sei. Fra i motivi del mio ritorno alla Juve c’è anche la possibilità di giocare con lui. È un ragazzo davvero a modo, parliamo spesso ed è stata una grande scoperta. Se dovesse conquistare il Pallone d’Oro vorrebbe dire che la Juve avrebbe vinto qualcosa di importante in Europa. Io l’ho solo sfiorato qualche volta, ma per un portiere è difficilissimo”.

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