La Salernitana ha intenzione di riscattare l’ultima stagione e ha deciso di affidarsi al tecnico Ventura, un allenatore sicuramente ottima per la categoria, la scelta però non convince del tutto come spiega Davide Bombardini in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’. A Salerno è arrivato Ventura. «Una scelta a due facce». La prima? «Penso positivo perché Ventura in carriera ha dimostrato di essere un vero maestro di calcio. Ha quasi sempre migliorato le squadre in cui è stato. Ha per esempio fatto bene a Cagliari, Bari e Torino costruendo un’identità riconoscibile attraverso un calcio organizzato e piacevole».
L’altra faccia?
«E’ pur sempre un tecnico che si porta dietro le scorie dell’avventura in Nazionale: esperienza pesante per lui. E poi c’è stato il Chievo. Insomma, bisogna vedere come saprà reagire mentalmente. Salerno è fra l’altro una piazza parecchio passionale. Bisogna partire subito bene, altrimenti si rischia di essere travolti da un ambiente che in questo momento non è positivissimo. E poi c’è una questione generazionale: Ventura ha 71 anni e con il calcio in continua evoluzione magari ci si aspettava una soluzione diversa in panchina. Insomma, ripeto, è una scelta a due facce».
Come spiega il disastro azzurro di Ventura?
«Per come la penso io, Ventura ha bisogno di avere la squadra a disposizione tutti i giorni per lasciare il segno e dare il meglio. Non è uomo da un allenamento ogni due mesi per intenderci».
Qual è la dimensione di questa Salernitana?
«Il campo non ha mentito nell’ultima stagione. Ma la città e i tifosi meriterebbero ben altro rispetto a uno spareggio per non andare in Serie C. Avete visto cosa hanno organizzato per il centenario? Una festa pazzesca, tutta opera di un popolo innamorato del calcio e della propria squadra. Potenzialmente è una città da serie A. In giro ci sono società che stanno facendo bene e hanno la metà del potenziale di Salerno. Non si può vivacchiare anonimamente in serie B».
Lei è stato un idolo anche a Palermo. Che effetto le fa vederlo relegato fra i dilettanti?
«Mi viene una gran tristezza. Ripenso ai tempi della promozione in B, nel 2000-2001, stadio sempre pieno, passione a mille. Zamparini aveva riportato entusiasmo e orgoglio, ma poi è anche riuscito a distruggere tutto ciò che di buono aveva costruito. Che malinconia. Mi verrebbe voglia di tornare a dare una mano in campo, in Serie D…».