Roma, Mancini si racconta: dall’infanzia fino alla nuova esperienza giallorossa

Il nuovo difensore centrale della Roma Gianluca Mancini si è raccontato in un'intervista pubblicata sul sito ufficiale del club giallorosso

CalcioWeb

Bella e lunga intervista rilasciata al sito ufficiale della Roma da Gianluca Mancini. Il difensore giallorosso ripercorre i primi passi: “Sono nato a Pontedera ma sono cresciuto a Montopoli. La mia famiglia aveva un’azienda di produzione di mele e pere. Sono cresciuto in campagna, assieme ad amici e cugini. Ho praticato tanti sport da bambino: li ho provati tutti, finché non ho preso la via del calcio a otto o nove anni. Un allenatore, Giuseppe Aurilia, amico di famiglia, mi vide con il pallone tra i piedi e disse ‘Perché non ti unisci alla nostra squadra?’. I miei genitori inizialmente non volevano e lui rispose ‘Se non me lo portate me lo vengo a prendere io’. E loro si convinsero. Il campo era davvero vicino casa e potevo andarci a piedi, attraversando il nostro terreno agricolo”. 

“Ho cominciato dai pulcini. Poi un osservatore della Fiorentina mi vide giocare. Dopo quattro giorni di provini a Firenze mi presero. Lì ho fatto tutta la trafila delle giovanili, dai nove ai diciannove anni. Ogni stagione la concludevo con la paura di non essere riconfermato, perché in quelle categorie funziona cosi’, ma sono riuscito ad arrivare fino alla Primavera. Dal primo anno di Primavera mi hanno spostato in difesa e non mi sono più mosso: quella è stata la mia fortuna. Anche i difensori segnano spesso sugli sviluppi dei calci piazzati. Se hai la fortuna di giocare con compagni che mettono al centro buoni palloni, serve solo la cattiveria per inserirsi al momento giusto”.

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Poi si torna al presente: “Sono giovane e devo fare ancora tanto, anche se sono consapevole di essere arrivato in una squadra importante. Ricordo bene il mio esordio in serie A con l’Atalanta, a Firenze, contro la Fiorentina. Lì ho coronato il mio sogno ma c’è ancora tanta strada da fare.  Quando il mio procuratore mi ha prospettato la possibilità di venire alla Roma gli ho detto senza esitare: ‘Voglio andare’. Qui sono passati tanti campioni, è un onore rappresentare questa maglia. E’ una piazza che mi è sempre piaciuta. Roma ti dà un senso di magia. I tifosi sono calorosi e io sono fiero di poter giocare qui. Paulo Fonseca mi ha fatto una buonissima impressione. E’ molto sicuro delle sue idee. E’ uno diretto, ti dice apertamente se fai bene o male. Dialoga parecchio con il gruppo e con i singoli, come è giusto che sia. L’intensità degli allenamenti è alta, i primi giorni sono rimasto a bocca aperta”, ha puntualizzato.

“La gara più emozionante di tutte è stata l’esordio in Nazionale, è stata una cosa unica. All’inno mi veniva da piangere, non ci credevo. Ero accanto a giocatori come Verratti, Florenzi e Bonucci. Per tanti anni li ho visti vestire quella maglia, poi ero accanto a loro. L‘Europeo? Giocare con la maglia della propria Nazionale è la cosa più bella che ci sia per un calciatore. Tutto passa per quello che fai nel club, però, e io farò il massimo per guadagnarmi la convocazione in azzurro”, ha detto Mancini.

Per finire, un curioso aneddoto: “Materazzi? L’ho conosciuto. Uno dei miei tatuaggi è legato a lui e un massaggiatore del Perugia quando lo scoprì gli inviò una foto. Marco gli rispose e promise di incontrarmi una volta tornato lì e così è stato. Il 23 della mia maglia è dedicato sia a lui che al giorno in cui mi sono fidanzato con la mia compagna”, ha dichiarato Mancini.

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