E’ l’Accadde oggi‘ più dolce, più bello che il sottoscritto potesse scrivere. Così come ogni italiano. Sì, ogni italiano, anche non semplice tifoso o appassionato di calcio: un bambino, un ragazzo, un adulto, un anziano. Chiunque. Chiunque quella sera ha gioito, la sera del 9 luglio 2006: dopo una partita infinita, l’Italia ha la meglio della Francia ai calci di rigore e diventa campione del mondo per la quarta volta nella sua storia.
Un cammino perfetto quello degli azzurri di Lippi, in un mese in cui accadde di tutto. Lo scandalo ‘Calciopoli’, lo shock Pessotto. Ma capitan Cannavaro e compagni seppero tirare fuori il meglio, uscendo nelle difficoltà come da tradizione italiana. Una vittoria costruita passo passo, partita dopo partita, grazie alla saggezza e gestione del gruppo da parte del Ct. Un gruppo che contava elementi di indiscusso valore, arrivati forse al livello di maturazione massima per ogni calciatore. E il successo è culminato con la fantastica notte di Berlino: lo svantaggio iniziale, il pari immediato, la grande sofferenza e la gioia finale, arrivata con l’uomo alla vigilia meno atteso, ma che da lì in poi diventò l’uomo della provvidenza, l’uomo del Mondiale, l’uomo dell’ultimo minuto, come lo definì Lippi quando lo scelse per battere quel rigore decisivo. Fabio Grosso batte Barthez, l’Italia intera esulta, per una notte che forse nessuno mai dimenticherà…