Sarri alla Juve, Sacchi: “E’ un bene per il calcio italiano”, poi la stoccata ai bianconeri

Sarri alla Juventus - L'ex allenatore di Milan e Nazionale Arrigo Sacchi a Circo Massimo, su Radio Capital, ha parlato del neo tecnico bianconero e di Italia Femminile e Under 21

CalcioWeb

L’ex allenatore di Milan e Nazionale Arrigo Sacchi a Circo Massimo, su Radio Capital, ha commentato l’arrivo di Maurizio Sarri alla Juventus e ha parlato dell’Italia femminile e dell’Italia Under 21. Ecco le sue parole.

SARRI ALLA JUVENTUS – “È una buona cosa per il calcio italiano, per il ruolo che ha la Juventus e per le capacità che ha Sarri. Agnelli ha preso una decisione, spero sia molto convinto perché il club è determinante perché un allenatore possa esprimersi compiutamente. Se lo conosco, lo sarà. La Juventus ha sempre avuto ottimi allenatori, tutti bravi, ma che praticavano un calcio prudente e difensivo, quasi mai da protagonisti, e Agnelli avrà capito che in Europa questo non paga. Se una grande società come la Juventus ha vinto solo due Coppe dei Campioni in 65 anni, qualcosa vorrà pur dire. Anche con Allegri la Juventus giocava a calcio, ma giocava in modo diverso. Le squadre di Sarri si impossessano del gioco, sono protagoniste e vincono da protagoniste, in uno spettacolo molto armonioso. Noi non siamo mai stati abituati a vincere da protagonisti, abbiamo vinto tanto ma non da attori primari, sfruttando delle situazioni. Per il calcio italiano io credo che a costruire si impari più che a distruggere. L’ottimismo si può avere solamente quando uno è padrone delle situazioni, non quando uno deve subire per poi colpire. È un calcio diverso, in Europa più vincente. Almeno il 90% dei club che hanno vinto la Champions giocavano un calcio offensivo, di dominio, un calcio armonioso, un calcio da protagonisti, e alimentavano i propri campioni“.

L’ITALIA FEMMINILE – “L’Italia femminile ai Mondiali? Danno tutto, sono da elogiare. Per quanto riguarda il gioco siamo ai primi albori, ci vuole un po’ di pazienza, ma la strada è giusta e l’impegno c’è. Facciamole crescere tranquillamente. Se mi diverto? Purtroppo ho dei parametri diversi, però ammiro le cose positive, che secondo me saranno foriere di un progresso“.

ITALIA UNDER 21 – “Il calcio italiano non ha quasi mai investito sui giovani, perché non avendo tante idee hanno pensato di vincere attraverso un esborso economico. E, giocando un calcio prevalentemente difensivo, è evidente che si privilegiava la forza e l’esperienza che non l’esuberanza e l’entusiasmo dei ragazzini. La nazionale sta facendo un buon lavoro, anche se ha poco tempo, quindi stanno arrivando dei risultati inaspettati, che non sarebbero giustificati dagli investimenti fatti. Barcellona e Real Madrid investono 60 milioni l’anno, la maggior parte delle nostre squadre 2-3 milioni. In Europa quasi tutte le nazioni hanno centri di formazione in cui in un mese lavorano quanto da noi in un anno. Fino a qualche anno fa perdevamo sempre, poi ultimamente abbiamo cominciato a vincere con l’under 17, l’under 19, e ieri con l’under 21 abbiamo ribaltato una situazione che all’inizio sembrava compromessa. Abbiamo vinto usando molto delle nostre risorse, che sono l’agonismo, la forza fisica, anche la cattiveria, e sfruttando la qualità dei singoli. E in questo caso Chiesa ha fatto la differenza“.

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