Un anno dopo i disastri della gestione Ventura, l’Italia torna a vincere e convincere. L’arrivo di Roberto Mancini ha dato una scossa a tutto l’ambiente, facendo tornare entusiasmo attorno ad una Nazionale che aveva fatto calare l’interesse dopo la mancata qualificazione al Mondiale. Ora gli stadi si riempiono, la gente è davanti alla tv quando gioca l’Italia, c’è voglia di azzurro. C’è da dire che il girone per arrivare ad Euro 2020 non è impossibile, ma bisogna anche sottolineare che non era facile ripartire dalle macerie da cui eravamo sommersi. L’ostacolo più duro che abbiamo trovato sul nostro cammino è stata la Bosnia di Pjanic e Dzeko. Un’avversaria tosta, che ci ha dato filo da torcere, facendoci giocare male per 45′, cosa che ultimamente non eravamo più abituati a vedere. Nella ripresa sono usciti fuori la qualità dei nostri azzurri e il cuore a ribaltare il punteggio. E sì, perché questa Nazionale dimostra di avere anche cuore e spirito di sacrificio, unendosi nelle difficoltà per venirne fuori insieme.
L’impronta di Mancini è evidente. Forse nemmeno il ct si aspettava di trovare una squadra già pronta dopo soltanto un anno dal suo insediamento. Mancini ha portato un cambio di mentalità, nuovo idee di gioco. Ora la nostra Nazionale va in campo per vincere e ci riesce.
Nessuno si sarebbe aspettato un’Italia così dopo l’eliminazione per mano della Svezia dalla rassegna iridata. Alzi la mano chi non ha addossato le colpe di quel disastroso doppio spareggio a Ventura. Nessun palmo sollevato. Errori marchiani a partire dalle convocazioni, lasciare fuori gente che poteva esserci molto utile come Romagnoli e Chiesa o peggio ancora pensare di mettere De Rossi e non Insigne sullo 0-0 al ritorno a San Siro. Il pensiero e la reazione dell’ex calciatore della Roma hanno racchiuso, in quei pochi istanti, quelli di tutti gli italiani che erano davanti ai teleschermi o allo stadio. Insistere con Candreva o Gabbiadini è apparsa pura follia.
Facile parlare col senno di poi diranno in tanti. Ma non in questo caso specifico. Gli errori sono a monte, fatti da chi ha scelto Ventura per sedersi su quella panchina. Parliamoci chiaro, la Nazionale ereditata dall’ex allenatore del Torino non era allo sbando, anzi. Arrivava da un buonissimo europeo con Conte e Ventura è stato capace di rovinarla in pochissimi mesi. Far fuori Jorginho, uno dei migliori registi europei e piazzare Verratti in un centrocampo a due è veramente follia. E, infatti, il triste epilogo ne dà testimonianza. Un 4-2-4 che ha messo in difficoltà persino la difesa più forte d’Europa, la BBC formata da Barzagli, Bonucci e Chiellini. Una gara persa in Spagna che più che una partita di pallone è stata una carneficina per gli azzurri, dominati dall’inizio alla fine. Una gestione improvvisata e una mancanza di polso che hanno ridotto la nostra Nazionale all’osso.
Obiettivamente, fare meglio di Ventura era facile. Ora l’Italia ha una propria identità, detta il proprio calcio. La Nazionale va ad imporre il gioco e non a subire quello degli altri. Mancini ha stravolto anche la filosofia che ci ha contraddistinti negli anni. L’Italia non è mai stata una Nazionale che fa del possesso palla una sua prerogativa. Mancini ha imposto questa idea, schierando un centrocampo di qualità eccelsa che non si vedeva da tempo. Jorginho, to’ chi si rivede, Barella e Verratti (finalmente nel ruolo a lui più congeniale) non hanno nulla da invidiare alla mediana di Spagna, Francia e Germania. L’Italia gioca con la difesa alta, il pressing sui portatori di palla avversari è costante. Tutti giocano nel proprio ruolo e si esprimono al meglio. Persino chi va in panchina o addirittura in tribuna è felice di far parte di questo gruppo. Insigne, che prima veniva criticato per il fatto di non essere mai decisivo, è stato il migliore in campo ieri e uno dei migliori contro la Grecia.
I talenti in Italia ci sono sempre stati e sempre ci saranno, vedi l’Under 17, seconda agli ultimi due Europei di categoria e che ora andrà a giocarsi il Mondiale, vedi l’Under 20 tra le prime quattro del mondo, vedi un’Under 21 fortissima che si prepara all’Europeo di casa, in partenza il 16 giugno. Nazionali giovanili che ottengono risultati del genere non si vedevano da oltre un decennio, segno che il calcio italiano è in ripresa, tutto il movimento cresce. I calciatori ci sono, vanno solo cercati e messi al posto giusto per non ripetere gli errori del passato e quel drammatico 2018. Chi vuole intendere intenda.