Cannavaro avvisa la Juventus: “in Europa serve qualcosa in più”

Intervista a Fabio Cannavaro che parla della Juventus dopo l'arrivo in panchina di Maurizio Sarri

CalcioWeb

La Juventus ha deciso di affidare la panchina a Maurizio Sarri, inizia una nuova avventura con l’obiettivo di confermarsi in campionato e tentare l’assalto alla prossima Champions League. Una squadra pronta a dare battaglia è sicuramente il Napoli di Carlo Ancelotti, punta tantissimo sul club azzurro l’ex difensore Fabio Cannavaro, ecco l’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’.

Tecnici che hanno vinto a livello internazionale. La Serie A riprende quota.

«Mi auguro che il nostro campionato cresca. Conte e Sarri tornano arricchiti dall’esperienza al Chelsea, Ancelotti in giro per l’Europa ha vinto tutto. Però, non è che Allegri o Spalletti fossero scarsi. Capisco che in certe situazioni; o cambi giocatori o allenatore. E la seconda soluzione è più semplice per ridare stimoli alla squadra».

Apriamo i quaderni.

«Anche se diversi nel tipo di gioco, Antonio e Maurizio si somigliano. La cura dei particolari, i compiti precisi affidati ad ogni giocatore. Lo studio profondo di ogni caratteristica avversaria. Con Carlo personalmente ho imparato a difendere a zona e poi lui ha un carisma eccezionale e per la coerenza di comportamenti è sempre credibile coi giocatori».

Sarri alla Juve «sblocca» la popolarità di Ancelotti a Napoli?

Foto sito Juventus

«Lasciamo perdere le questioni di tradimento, perché parliamo di professionismo. Secondo me a Napoli nella scorsa stagione da gennaio ha pesato il distacco abissale dalla Juve in campionato, che ha spento l’entusiasmo. Con Sarri la gente si divertiva di piu e sognava lo scudetto. Ora la situazione può cambiare a favore di Carlo».

Perché Sarri è nemico?

«No. Perché Ancelotti parte dal lavoro già fatto e ha un’ossatura di squadra ben definita. Gli altri dovranno impostare il lavoro nuovo e avranno bisogno di tempo. Speriamo gli ambienti glielo diano».

Cosa vuol dire?

«Spero non facciano “pagare” a Sarri e Conte i loro precedenti rispettivamente di antijuventinità e di juventinità. Il calcio è fatto di campanili, ma le società sono solide per ragionare sul progetto».

Dunque si aspetta una partenza sprint del Napoli. E se arriva James la piazza si accende.

«Un avvio buono degli azzurri credo sia probabile. James di sicuro porta entusiasmo, ma da solo non basta per lo scudetto».

Cosa serve?

«Il salto di qualità lo fai con Manolas. Il greco in coppia con Koulibaly sarebbe eccezionale. Sanno difendere alto e basso, nel breve e in campo aperto. Eccellenti nell’uno contro uno. Con due così puoi attaccare con più uomini e creare superiorità numerica. I grandi club hanno centrali con queste caratteristiche per arrivare in fondo alla Champions. Il Liverpool Van Dijk, il Real Sergio Ramos e Varane. L’Ajax è arrivato a un soffio dalla finale con De Ligt».

L’olandese è vicino alla Juve.

«Serve un centrale così per vincere la Champions. È Indispensabile, altrimenti è dura».

Come vede la Juve di Sarri?

«In Italia resta la favorita, ma in Europa serve qualcosa in più. Soprattutto in trasferta. Lì devi andare a giocartela e la mentalità del nuovo allenatore è importante. Tra l’altro il Maurizio del Chelsea lo vedo più elastico ed efficace sulla squadra. Alla Juve potrà mostrare meglio le sue qualità, anche se sarà difficile rivedere il gioco spettacolare del Napoli. Ma andare a riprendersi il possesso col pressing alto, quando spesso con Allegri avevi tutti i giocatori dietro la linea della palla, può essere decisivo nelle trasferte europee».

Fra i giocatori chi beneficerà di più dell’effetto Sarri?

«Pianjc, ci scommetto. Se entra in sintonia con l’allenatore diventa decisivo, con le qualità che ha. Più di Jorginho. Poi Bernardeschi come esterno offensivo. E Cuadrado, equilibratore alla Callejon, per intenderci».

E l’Inter?

«Era già forte come organico e Antonio sta intervenendo in alcuni ruoli chiave. Con lui sicuramente la squadra alzerà i ritmi. Che poi è quello che manca oggi al calcio italiano per essere competitivo a livello internazionale. Ritengo sia il salto di qualità più importante da fare. Per il ritmo in partita, servono anche meno sospensioni Var e meno fischi degli arbitri per giocare di più. Ma serve soprattutto allenarsi con più intensità. Poi è chiaro che in una stagione con 3 partite a settimana, la differenza la faranno i particolari. Il Napoli a Liverpool poteva eliminare quelli che sono diventati i nuovi campioni. Avrebbe cambiato la propria storia, perché quei risultati danno un’autostima eccezionale».

Il Milan sembra lontano dalle prime tre.

«Anche l’anno scorso lo era. Ma l’ottimo lavoro di Gattuso ha camuffato tante pecche. Rino da signore se n’è andato e mi stupisce chi si sia stupito del suo gesto. Ha portato avanti una squadra che era una banda di matti: bastava guardare le litigate fra giocatori».

La Roma ha ammainato le bandiere.

«Mi spiace ma non mi sorprende. Le bandiere spesso sono usate dai club finché servono. È capitato anche alla Juve con Del Piero e Buffon. Alcuni che resistono da tempo hanno ruoli marginali. Totti ha fatto bene a lasciare se non si sentiva coinvolto nel progetto. Francesco in Nazionale, con De Rossi collaboratore di Mancini? Dipenderà da Roberto, che sta facendo un ottimo lavoro, ridando fiducia all’ambiente e i risultati anche nelle Under si vedono. Credo che Daniele però voglia ancora giocare e uno con la sua esperienza serve a tanti club».

E Cannavaro quando tornerà dal suo esilio dorato cinese?

«Con l’Evergrande oggi ci giochiamo i quarti di Champions, in campionato siamo secondi con una squadra locale e un solo straniero in campo. Sto affinando le mie tecniche di allenamento. A tempo giusto tornerò in Europa». Il capitano è pronto a rilanciare la sfida.

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