Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica “Accadde oggi“. Torniamo indietro al 26 giugno 2003 per ricordare una giornata triste per il calcio: moriva, infatti, Marc Vivien Foe. Nato a Yaounde, in Camerun, il 1 maggio del 1975, Foe aveva dipanato la sua carriera in Francia e in Inghilterra: dal Lens al West Ham, dal Lione al Manchester City.
Centrocampista difensivo, ma che non disdegnava l’inserimento in zona gol. Doveva essere preso dal Manchester United nel 1998, fortemente voluto da Sir Alex Ferguson. Foe non riesce a giocare il Mondiale del 1998 a causa di uno scontro in partitella con un compagno di squadra che gli rompe la gamba. Al suo ritorno in campo non sembra più lo stesso, due-tre anni non sui consueti livelli. Poi le avventure con Lione e Manchester City che ridanno luce e smalto alla sua carriera.
Il 26 giugno del 2003 allo Stade de Gerland si giocava la semifinale di Confederations Cup tra Camerun e Colombia. Africani in vantaggio con Ndiefi, ma in inferiorità numerica. C’è un caldo torrido. Al 62′ Foe, maglia numero 17, va in contrasto con il difensore dell’Inter Ivan Ramiro Cordoba, mentre il gioco si sposta, Foe resta a terra. I calciatori si rendono subito conto della gravità della situazione e si agitano per sollecitare l’intervento dei sanitari.
Trasportato fuori in barella, Foe non dà segni di vita. Gli viene attaccata una macchina per la respirazione artificiale e viene portato al presidio medico dello stadio. La partita incredibilmente prosegue e il Camerun la porta a casa sperando di ritrovare in finale anche Foe. Una speranza che sarà disillusa al rientro negli spogliatoi, alla notizia della morte del loro compagno. Sgomento e pianti negli spogliatoi sia del Camerun che della Colombia. Gli esami effettuati sul corpo di Foe porteranno alla luce un problema cardiaco congenito, difficile da scoprire se non con approfondimenti.
La finale si giocherà contro la Francia nel ricordo di Foe, rappresentato ovunque nello stadio Saint-Denis. Per la mera cronaca il Camerun perderà per un golden gol di Henry al 98′, ma la perdita più grave i Leoni indomabili l’avevano già avuta.