Il Sassari calcio Latte Dolce è nei playoff. Il pareggio conquistato domenica scorsa in terra laziale contro l’avversario che terrà a battesimo la prima storica volta del club sassarese nei playoff – il Trastevere – non ha mutato di un millimetro la situazione: le posizioni e gli incastri erano già stabiliti, almeno per quanto riguarda sardi e capitolini, e il test è servito ad osservare, capire, e prepararsi a ciò che sarà. A ciò che sarà sul campo, e sarà bellissimo.
Sarà bellissimo perché novità assoluta per la società biancoceleste. Bellissimo perché voluto fortemente, preparato nel dettaglio, sudato e lavorato senza soste da un gruppo che nessuno inizialmente dava per capace d’essere protagonista e che, invece, protagonista lo è stato con pieno merito al fianco delle blasonate ed ambiziose grandi del girone G. In attesa di capire chi fra Lanusei e Avellino strapperò il pass diretto per la Lega Pro, con conseguenti ripercussioni sul tabellone post season, la squadra lavora agli ordini di mister Stefnao Udassi. Una bella storia è stata raccontata. La storia è già stata scritta, e resterà indelebile. Ma la storia continua, perché c’è ancora #almeno1paginaancoradascrivere.
Al preparatore atletico e tecnico in seconda del Sassari calcio Latte Dolce Alessandro Cozzula, alla sua prima stagione sulla panchina del club biancoceleste, il compito di fare il punto della situazione sullo storico campionato disputato dalla squadra del popoloso quartiere sassarese e presentare il prossimo impegno, al sapore di playoff, che il 19 maggio vedrà opposti i suoi ragazzi al Trastevere, scontro dentro o fuori che può valore un ulteriore passo nella storia del club, e del calcio:
«Questo progetto, il progetto biancoceleste, parte più di un anno fa, da quando abbiamo definito con il mister l’inizio di un rapporto rivelatosi poi veramente forte: è come se lavorassimo assieme da una vita. I primi ragazzi hanno cominciato a lavorare per farsi trovare pronti sin da fine dello scorso maggio. Si sono messi sotto e a disposizione, dando i primi segnali della forte professionalità di questo gruppo. Tutto ha un valore se inserito in un progetto sportivo di valore come quello del Sassari calcio Latte Dolce, anche la cura maniacale che abbiamo del corpo dei nostri giocatori, come tutto il resto del resto: tattica, tecnica, mentalità. Tutto ha un suo peso, anche la condizione fisica, lo stare bene il più a lungo possibile in una stagione da 40 gare. Da sottolineare che tutto il nostro lavoro è stato condiviso con il vivaio, dalle metodiche utilizzate nella prima squadra alla proposta di specifici esercizi e modalità operative, al creare una programmazione. Sin da subito, come staff, abbiamo chiesto al Settore Giovanile di lavorare su pochissimi lavori a secco eliminando quasi il senza palla, di lavorare sull’attrezzo, sull’alta intensità con riduzione drastica dei tempi morti e organizzazione maniacale della singola seduta. Di contro, la prima squadra ha lavorato sempre e solo con l’attrezzo palla, cui si è aggiunto un lavoro extra campo di forte prevenzione e consapevolezza del proprio corpo, dando risalto all’importanza dello stare bene per poter dare sempre il massimo in ogni gara. I ragazzi hanno potuto usufruire di una struttura moderna e funzionale, che sorridendo chiamano Osilo-Lab, a supporto del lavoro extra calcio. Risposte al lavoro? Da parte dei giocatori è stato semplice, molti li seguo da tanti anni, facciamo assieme l’off season. C’è stata subito tanta fiducia, e i nuovi si sono subito integrati e hanno accettato le nostre proposte. C’erano alcuni che conoscevo sin dal Settore Giovanile, altri li avevamo allenati in altre stagioni. É stato facile, ma non scontato, proporre le nostre metodiche che non sono proprio convenzionali rispetto alla proposta standard. Con il mister cerchiamo sempre di sperimentare, creare un nostro sistema struttura di allenamento utilizzando la nostra periodizzazione tattica, una gestione dei carichi con una consapevolezza da parte del ragazzo del carico stesso in modo da evitare sovraccarichi. La società ci ha sempre sostenuto: lavoriamo con Gps, match analysis, Rpm e controllo dell’idratazione. Parliamo di un club che propone qualcosa di altissimo livello, al massimo della professionalità in una serie D che è al limite del professionismo ormai. Chi mi ha stupito? La cosa bella è che questi ragazzi, i grandi come Daniele Bianchi e Marco Cabeccia, continuano a stupirmi assieme agli altri perché continuano a sollevare gli step di crescita, per loro è una continua sfida a migliorarsi. Questo ha poi spinto i più giovani ad apprezzare e seguire lil loro esempio. Altra cosa che mi ha colpito molto è stata la voglia degli under, alcuni di loro studiano e hanno poco tempo da dedicare all’extra calcio, eppure trovavano lo spazio per venire a lavorare in palestra per allenarsi e migliorare, forza, postura e struttura del corpo. Qualcuno ha messo su 6/7 kg di massa muscolare, abbiamo fatto assieme lavori importanti. Tanti hanno enormi margini di miglioramento, cosa che ci fa ben sperare per i futuro.. e stanno arrivando ottimi ragazzi dal Settore Giovanile. Questo è un gruppo straordinario, che si è messo sin dal primo giorno a disposizione dello staff, del compagno, della società, lavorando per costruire basi solide su valori forti e condivisi da tutti: staff campo, medico, dirigenziale, squadra e nuove leve. La sfida playoff al Trastevere? Ci si arriva con grande serenità e tanta garra, come dice il nostro Marcos Sartor, pronti a ricercare come sempre una prestazione di alto livello. Crescere sempre, fare uno step successivo per andare avanti. Questa squadra ha provato a migliorarsi e costantemente e le prestazioni hanno avuto una crescita. In vista dei playoff ci stiamo preparando come in tutte le altre occasioni, con il lavoro, l’abnegazione e la ricerca del dettaglio che alla fine può fare la differenza. Noi facciamo lo sport più bello del mondo, quello che è successo ad Anfield nel match di Champions fra Liverpool e Barcellona ce lo dimostra: il calcio è uno sport da vivere con sano divertimento e sana persistente voglia di fare bene, e di vincere».