Un anno fa, di questi tempi, la Juve aveva da poco vinto lo scudetto e c’erano pochi dubbi in merito alla permanenza di Allegri. Un incontro, più che altro un resoconto finale, prima di confermare le reciproche intenzioni di continuare insieme programmando un futuro importante. Un futuro nel nome di… Ronaldo. Chi l’avrebbe mai pensato, al 21 maggio del 2018, che sarebbe successo tutto questo in un anno? Eppure è accaduto. Il portoghese sbarca in Italia per far vincere la Champions, ma non ci riesce. E si riparte. Si riparte da lui, e non da Allegri.
Allenatore Juventus, l’addio di Allegri e l’ossessione della Champions League
Via il tecnico livornese, l’obiettivo è sempre quello. Un’ossessione, ma guai a dirlo a loro: alzare la Coppa dalle grandi orecchie. Proprio per questo, la scelta del nuovo allenatore sarà ponderata, delicata, approfondita. Ma se si vuole salire sul tetto d’Europa, serve gente che ci sia già arrivata, che sappia come si fa. E le parole di Lippi di ieri, in tal senso, fanno intendere qualcosa: “Non credo che la Juventus non abbia già pronto un sostituto, probabilmente stanno aspettando la fine di alcune competizioni“. Ha detto tanto, il Ct campione del mondo nel 2006, talmente tanto da restringere il cerchio a quattro candidati: i finalisti di Champions ed Europa League. E sì, perché, diciamocelo, che motivo ci sarebbe non continuare con Allegri per vincere la Champions ed ingaggiare poi un tecnico che non c’è neanche mai stato? Proprio per questo, e in base a quanto raccolto dalla redazione di CalcioWeb tra contatti, informazioni e riflessioni, ci sentiamo di dover leggermente defilare due tra i nomi più in voga al momento: Inzaghi e Mihajlovic. Salgono invece le quotazioni dei quattro di cui sopra: Klopp, Pochettino, Sarri ed Emery. Ma andiamo ad analizzare con ordine caso per caso.
Allenatore Juventus, perchè Inzaghi e Mihajlovic sono in fondo alla lista
Il motivo è presto detto. Anzi, è già accennato sopra. Gli attuali tecnici di Lazio e Bologna sono molto amici di Nedved oltre che ex compagni in biancoceleste. Sono profili a cui la Juve non chiude del tutto e per cui già tempo fa aveva espresso apprezzamento. Ma sono anche allenatori mai interfacciatisi con la grande competizione europea. Un rischio se in rosa hai grandi campioni, un rischio se vuoi arrivare in fondo in Europa dopo anni di dominio in Italia. Probabilmente, una scelta del genere avrebbe avuto senso dopo la separazione con Conte, ma in quel caso la dirigenza bianconera si trovò spiazzata perché fu il tecnico pugliese a voler andare via. Adesso la scelta è chiara. Chiudere il rapporto con un tecnico preparato e che ha fatto bene in Italia per prenderne uno ancora più forte, dalla “dimensione” Europea, che ha già esperienza in queste competizioni e sa come arrivare lontano.
Allenatore Juventus, con Sarri un abisso tattico e culturale
Sarri rientra nella lista di cui sopra, essendo uno dei quattro in corsa per alzare una coppa europea. Ma, nonostante da tanti sia dato come l’attuale favorito, ci sentiamo di doverlo mettere un gradino leggermente sotto. Motivo? L’abisso tattico e culturale tra lui, la Juve e la sua tradizione. Ci spieghiamo meglio, partendo da 4 nomi: Trapattoni, Lippi, Capello, Allegri. Cosa li accomuna? Tante cose, sicuramente diverse da Sarri. E ora ci arriviamo. L’esperienza al Napoli ha mostrato un lato forte del tecnico del Chelsea, una personalità abbastanza evidente e uno stile un po’ sopra le righe. Condizioni che, storicamente (anche per via del suo passato in azzurro e dei grandi duelli al vertice per la vittoria del campionato) la dirigenza bianconera valuta come negative nella scelta di un allenatore. Mettiamoci anche l’aspetto tattico. Difficilmente abbiamo visto alla Juve tecnici che facessero emergere un gioco sbarazzino, offensivo, spumeggiante. Si è badato sempre alla sostanza, all’intensità, alla grande forza difensiva. E in questo senso Sarri sembrerebbe leggermente diverso, rappresentando quindi un cambio di passo sorprendente.
Allenatore Juventus, Klopp è molto più di un grande sogno
Arriviamo al dunque. Al vero e proprio colpaccio. Al “Ronaldo” degli allenatori. Così come poco meno di un anno fa fu fatto per il portoghese, a breve potrebbe essere replicato per il tecnico tedesco. A maggior ragione in caso di vittoria della Champions col Liverpool, squadra che lascerebbe da campione. Lui, tra i quattro nomi esaminati, è il favorito. Gioca in Champions da anni, è arrivato due volte in finale, ha dimostrato di saper gestire spogliatoi con campioni, ma soprattutto si confà allo stile e alla tradizione juventina di cui parlavamo in precedenza, sia da un punto di vista culturale che tattico. Rappresenterebbe quel giusto salto di qualità che serve, e su cui punta la Juve, farebbe sognare ancor di più la piazza e il suo modo di giocare non è poi lontanissimo da quello di Allegri. Sia chiaro, l’intensità è diversa, ma è proprio il punto forte. A differenza dell’ormai ex tecnico bianconero, Klopp basa proprio il suo gioco sulla grande intensità, ma non disdegna affatto la fase difensiva, così come Allegri. Tutti corrono, tanto e bene. In ultimo, un segnale non decisivo ma significativo rimbalzato qualche giorno fa. Il Liverpool vorrebbe tenersi stretto il proprio allenatore e gli avrebbe proposto il prolungamento del contratto con ritocco economico (10 milioni annui più bonus per cinque stagioni). Ma lui tentenna, la risposta non è ancora arrivata e il tutto potrebbe voler dire poca convinzione nell’accettare.
Allenatore Juventus, le alternative di livello europeo: Pochettino ed Emery
Ed ecco gli altri due rimasti. Le certezze, a dir la verità, sono più sul primo che sul secondo. Emery infatti è arrivato quest’anno all’Arsenal, che dopo l’egemonia Wenger non avrà di certo preso un allenatore per tenerlo un anno. Ma anche lui è esperto in finali, seppur di Europa League. Per Pochettino, invece, il discorso è simile a quello di Klopp, anche se quest’anno sarà la sua prima finale di Champions. Personalità giusta, grande intensità da parte delle sue squadre e ottima capacità di gestione del gruppo. Dalla sua, in negativo, balla soltanto quella clausola da 30 milioni che potrebbe far desistere la dirigenza bianconera. E per questo parte leggermente dietro Klopp.
Allenatore Juventus, la bufala-Mourinho
Siamo ai limiti della barzelletta. Non per via delle qualità del portoghese, assolutamente indiscutibili, ma per tutta una serie di fattori che sembrano a dir la verità neanche lontanamente avvicinare l’ex allenatore di Inter e Manchester United alla Vecchia Signora. I vecchi contrasti con i bianconeri quando era in Italia (e non solo, vista la provocazione al termine dell’ultima gara tra la Juve ed i Red Devils in Champions) e la sua filosofia di gioco che si avvicina molto a quella di Allegri.
Questo il quadro attuale, dunque. La cosa certa è che la Juve prenderà il suo tempo per pensarci. Il tempo giusto. Oppure, semplicemente, quello che basta per attendere le due finali europee…