Grande tensione in casa Juventus dopo la sberla di Crotone: un pareggio clamoroso, nel momento decisivo del campionato contro la squadra più povera della serie A. Il valore dell’organico della Juventus è stimato in 620 milioni di euro, di gran lunga il più alto d’Italia (il Napoli secondo è fermo a 430 milioni) e all’altezza delle big europee, quello del Crotone è di appena 36 milioni, inferiore persino al Benevento. Ma il calcio è strano e non è certo la prima volta che una corazzata pareggia contro un avversario di gran lunga inferiore.
Quello che balza all’occhio, invece, oltre il risultato, è il nervosismo della Juventus. C’è aria pesante in casa bianconera, uno spogliatoio che è una vera e propria polveriera dopo l’eliminazione di Madrid ancora non digerita persino dai senatori e dalla dirigenza, anche in vista della rivoluzione di mercato ormai imminente con le tante partenze già certe. E se Madrid è stata una mazzata ancora peggiore di Cardiff, la fine della stagione potrebbe essere anche peggio.
La Juve degli ultimi 6 anni non era mai arrivata a 5 partite dalla fine del campionato senza aver ancora vinto un titolo in stagione. Quest’anno è già fuori dalla Champions, ha perso la Supercoppa con la Lazio e rischia di rimanere senza titoli qualora dovesse perdere la finale di Coppa Italia col Milan e lo scudetto con il Napoli. Ipotesi, certo. Ma non impossibili.
Era da molti anni che i bianconeri non erano abituati ad una simile tensione nel finale di stagione, e ieri s’è visto a Crotone dove Buffon ha lasciato la panchina dieci minuti prima del fischio finale rifugiandosi nello spogliatoio proprio per il nervosismo. E che sia proprio uno come Buffon, che di big match ne ha vissuti tantissimi, a non reggere la tensione di una partita sul campo del Crotone, la dice lunga sull’aria che tira in casa Juve.
Intanto nel terreno di gioco Benatia ne ha combinata una dopo l’altra, dopo il fallaccio del Bernabeu che ha compromesso il cammino in Champions: prima il retropassaggio suicida a Szcz?sny, poi la marcatura a vuoto su Simy in occasione del gol, un’ammonizione ineccepibile e infine la fasciatura gettata con veemenza sul terreno di gioco. Gesti che fanno trasparire uno stato d’animo non certo sereno.
Al nervosismo in campo, è seguito il solito delirante sproloquio di Allegri nel post partita con dichiarazioni surreali in diretta TV: “avrei firmato per arrivare a +4 dal Napoli a 5 giornate dalla fine“. E’ difficile credere che società e tifosi siano d’accordo: gli investimenti e la struttura della Juventus avrebbero dovuto garantire un finale di stagione ben diverso, con una vittoria in campionato già abbondantemente archiviata e una semifinale di Champions League che non doveva sfuggire. Invece Allegri quest’anno ha già perso la Supercoppa, s’è fermato ai Quarti di Champions, non ha mai brillato e rischia ancora di finire senza titoli. Un epilogo che sarebbe totalmente fallimentare per un club come quello bianconero. Ecco perché adesso la Juve è nervosa: non certo il modo migliore per arrivare al big match di domenica sera allo Stadium contro un Napoli che fa tanta paura.