C’è ancora una flebile speranza che l’Italia partecipi ai Mondiali di Russia 2018, tramite il ripescaggio. Il regolamento ufficiale della FIFA parla chiaro: non è contemplata alcuna ipotesi per incrementare il numero delle squadre partecipanti, che saranno quindi 32. Ma nel regolamento c’è un articolo, il numero 7, che prevede la possibilità di ripescaggi, nel caso in cui una Nazionale qualificata “si ritiri o sia esclusa dalla competizione“. L’articolo n° 7 è molto importante perché spiega che in caso di una simile circostanza, non conteranno le classifiche delle qualificazioni ma sarà il Comitato Organizzatore della FIFA a decidere sulla questione “a propria discrezione” e a prendere “qualsiasi azione necessaria“. Inoltre nell’articolo si specifica che “il Comitato Organizzatore della FIFA può decidere di sostituire la squadra eventualmente esclusa o ritirata con un’altra“. Ecco il testo originale dell’Articolo n° 7 del Regolamento:
If any association withdraws or is excluded from the competition, the FIFA Organising Committee shall decide on the matter at its sole discretion and take whatever action is deemed necessary. The FIFA Organising Committee may in particular decide to replace the association in question with another association.
Ovviamente è un’ipotesi molto difficile e lontana: come e perché qualche squadra dovrebbe rinunciare? E per quale motivo ci sarebbe qualcuno che dovrebbe essere escluso? Eppure di questioni “calde” e delicate dal punto di vista politico e sociale tra i Paesi qualificati ce ne sono molte: dall’Egitto all’Arabia Saudita, dall’Iran all’Honduras, dal Senegal alla Nigeria fino alla Corea del Sud. E se vogliamo, vista la situazione della Catalogna, possiamo considerare anche la Spagna.
A differenza del passato, l’articolo 7 sugli eventuali ripescaggi è rivoluzionario perché in precedenza si potevano sostituire squadre eventualmente escluse o ritirate secondo criteri ben precisi, in base alla seconda classificata o meritevole dell’apposito gruppo, girone o organo amministrativo continentale. Ad esempio, se l’Egitto venisse escluso per qualche motivo dai Mondiali di Russia, al suo posto (con il precedente regolamento) sarebbe dovuto subentrare per forza di cose l’Uganda, secondo classificato nel gruppo E delle qualificazioni Africane, quello vinto appunto dall’Egitto.
Così nel 1992 la Danimarca era stata ripescata agli Europei (che poi avrebbe incredibilmente vinto) dopo l’esclusione della Jugoslavia per lo scoppio della guerra nei Balcani, perché i danesi erano arrivati secondi nel girone qualificatorio vinto dalla Jugoslavia.
Stavolta, invece, non sarà così: “basterebbe” che una squadra di qualsiasi posto del mondo venisse esclusa o si ritirasse, e al suo posto sarebbe ripescata l’Italia: dovrebbe accadere qualcosa di molto grave da qualche parte nel mondo. Con questo regolamento è chiaro che, in caso di esclusioni o rinunce, la FIFA sceglierebbe l’Italia, perchè è il Comitato Organizzatore che ha “piena discrezione” sulla scelta, a prescindere da classifiche e qualificazioni (in cui comunque l’Italia è la migliore seconda dei 9 gruppi europei a non essere qualificata).
Non serve – quindi – che abbia problemi una Nazionale europea: anche se dovesse esplodere la guerra in Corea, o uno scandalo internazionale sui diritti umani violati dall’Arabia Saudita dove le donne vengono ancora lapidate in piazza per adulterio, la FIFA potrebbe liberamente scegliere l’Italia anzichè la seconda classificata dei gironi asiatici o medio orientali dietro Corea del Sud o Arabia Saudita. E chiaramente, visti tutti i problemi che un Mondiale senza l’Italia sta già creando da un punto di vista calcistico ed economico alla stessa FIFA, Infantino (che è italiano a tutti gli effetti e con Tavecchio ha un rapporto particolarmente stretto) non ci penserebbe due volte.