“Se oggi vedo un Bigon? Palacio, che ha tecnica, gioca ovunque e si smarca benissimo”. Alberto Bigon, una delle icone del calcio italiano, uno scudetto vinto sul campo col Milan ed uno in panchina con il Napoli, compie oggi 70 anni. Un’eta’ giusta per fare bilanci o rivivere preziosi ricordi di una carriera che non gli ha negato soddisfazioni e qualche rimpianti. “Una partita che vorrei cancellare? Quella del 1973 a Verona, quando perdemmo lo scudetto della stella. Scappai a piangere di nascosto nella doccia – racconta l’ex centrocampista patavino in un’intervista in edicola oggi su ‘La Gazzetta dello Sport – Una che vorrei rigiocare? Quella del 1979, contro il Bologna, quando finalmente conquistammo la stella. La vorrei rigiocare anche perche’ allora non giocai per infortunio. Una beffa perche’ in quella stagione, per i problemi di Rivera, ero io il capitano. Fu la seconda e ultima volta in cui piansi per il calcio, ma allora di gioia”. Dallo scudetto in campo con il Milan a quello in panchina con il Napoli: che cosa le e’ rimasto dell’avventura con Maradona e’ presto detto. “Ricordi bellissimi, tanto e’ vero che a Napoli mi sento a casa. Partimmo subito forte vincendo le prime due partite senza Maradona. Avevo una grande squadra perche’ oltre a Maradona c’erano Ferrara, Francini, Alemao, De Napoli, Crippa, Carnevale, Careca, Mauro e il giovane Zola che mi da’ ancora del lei e ripete che ha imparato di piu’ in due anni con me che nel resto della sua carriera. Che rapporto avevo con Maradona? Buono. Quando c’e’ stata la festa di Ferrara mi ha abbracciato”.
Bigon non avrebbe mai immaginato di dover attendere cosi’ tanto tempo prima di rivedere un Napoli da scudetto? “No, ma questa puo’ essere la stagione buona, anche se io quella parola non la voglio pronunciare. Che cos’ha il Napoli piu’ delle altre squadre? L’allenatore migliore. Sarri ha capito che Hamsik e’ il giocatore piu’ importante, quindi fa bene a toglierlo per risparmiarlo. Il Napoli gioca meglio di tutti, merita di interrompere la serie della Juve e sarei doppiamente felice se Mertens vincesse la classifica dei cannonieri”. Sarri e’ stato paragonato a Sacchi: “Sarri si sta dimostrando molto piu’ bravo, perche’ Sacchi aveva tanti fuoriclasse, come i tre olandesi, Baresi, Maldini e Donadoni, mentre lui ha ottimi giocatori, non campionissimi. Puo’ essere un rischio la panchina corta o l’esaltazione dell’ambiente? Sono stato a Napoli e mi pare che in citta’ ci sia una nuova maturita’. Mi preoccupa piu’ l’infortunio di Milik. De Laurentiis merita un monumento per quanto fatto, correra’ a i ripari. Piu’ forte il mio Napoli o questo? Questo tecnicamente e’ piu’ forte, noi pero’ avevamo un mix perfetto di dinamismo, tecnica, forza fisica e tattica, piu’ un certo Maradona: era la ciliegina, ma c’era una bella torta. Chi vincerebbe quindi? Sarebbe una bella sfida, ma io saprei come vincerla. Lascerei giocare il Napoli di Sarri e poi punterei su un bel contropiede dando la palla a uno a caso,con il numero 10…”. Mentre il Napoli e’ in testa, il Milan e’ lontano: “Invece di prendere tre giocatori buoni, ne hanno presi troppi e non cosi’ buoni, a parte Andre’ Silva che per me e’ bravissimo. Montella ha bisogno di tempo, ma se arriva al quarto posto fa un’impresa”. (ITALPRESS).