Mihajlovic a tutto campo: dalla scelta del Toro ad un clamoroso attacco a Berlusconi!

CalcioWeb

Il neo tecnico del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha voluto spiegare il perchè ha scelto i granata non prima di aver ricordato il passato con una frecciata a Berlusconi

Ancora pochi giorni è il campionato prenderà il via. Nella prima giornata una delle sfide più interessanti è quella che metterà di fronte Milan e Torino. Mihajlovic affronterà subito il suo passato recente. Intervistato dalla ‘Gazzetta dello Sport’, l’allenatore serbo ha parlato proprio del match contro i rossoneri non risparmiando una frecciata a Berlusconi:

“Subito il Milan? Motivazione doppia per fare bella figura e andare a prendere i primi punti del nostro campionato. Non sono mai stato arrabbiato per l’esonero, ho provato delusione e amarezza. Ma non porto rancore. Ho la coscienza a posto e il tempo è sempre galantuomo. Ho lasciato il Milan in Europa e in finale di coppa Italia. Come è finita la stagione lo sapete… Abbiamo avuto alti e bassi, ma il gruppo era unito e dava il massimo che poteva. Con Galliani avevo un ottimo rapporto. Il mio esonero non l’ha capito nessuno, né i tifosi, né la squadra. Mai ricevute tante telefonate stupite e attestati di solidarietà. Cosa penso di Berlusconi che ha venduto ai cinesi? Immagino quanto gli sia costato. Lui non è stato solo il presidente più vincente al mondo per 30 anni ma anche il primo tifoso del Milan. I problemi nascono quando questi due ruoli non bastano più e si vuole fare anche l’allenatore…”.

Mihajlovic ha poi spiegato il perchè ha scelto il Torino: “Qui mi sento a casa. Ho scelto il Toro perché avevo bisogno di tornare a lavorare in un club che mi somigliasse davvero, che avesse i miei valori. Questa è una società epica, che ha conosciuto trionfi e tragedie, fatto di anima, cuore, orgoglio, lacrime e sangue. Come piace a me. Anche per questo non vedo l’ora di allenarmi al Filadelfia. Quella del Torino è una maglia che pesa e chi la veste ha una grande responsabilità, non dico eguagliare le gesta di squadre mitiche come il Grande Torino o quello dell’ultimo scudetto del 1976, ma almeno di non tradirne i valori, e le qualità morali e caratteriali. Il calcio di oggi è fatto spesso solo di soldi, immagine, business. Dobbiamo tornare a scoprire il club dove siamo, rispettandone la storia”.

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